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Cos’è l’osteoporosi: sintomi, cura e come prevenirla

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

La malattia sistemica che colpisce 200 milioni di persone nel mondo è solitamente diagnosticabile in seguito a una frattura da fragilità. Uno stile di vita sano può aiutare a ridurre i rischi di osteoporosi 

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In tutto il mondo sono circa 200 milioni le persone colpite da osteoporosi, una malattia sistemica che provoca la riduzione della massa ossea rendendo più fragile il tessuto scheletrico, a tal punto da far registrare una frattura ogni tre secondi a livello globale. La Giornata mondiale dell’osteoporosi, che si celebra il 20 ottobre, punta ad accrescere la consapevolezza sulle misure di prevenzione e gestione della condizione, due aspetti spesso sottovalutati secondo gli esperti. Esistono infatti accorgimenti in grado di proteggere la salute dell’osso fin da giovani, nonostante le caratteristiche genetiche di un individuo possano giocare in alcuni casi un ruolo rilevante.

Sintomi osteoporosi: come accorgersi della malattia



L’osteoporosi è una malattia silente e non presenta evidenti sintomi, manifestandosi soltanto in seguito a una frattura dovuta a fragilità ossea. Normalmente sono la colonna vertebrale, femore e polso le sedi più colpite dalle fratture provocate dalla malattia sistemica, che possono avere gravi ripercussioni. Come spiega il Ministero della Salute, le conseguenze per chi subisce una frattura da osteoporosi sono spesso rilevanti: nel caso del femore, ad esempio, la mortalità è del 5% nel periodo immediatamente successivo alla rottura, salendo al 15-25% a un anno di distanza dall’evento. In alternativa, questo tipo di frattura porta spesso a disabilità motoria, visto che solo il 30-40% recupera pienamente, mentre il 20% dei soggetti non riesce più a camminare autonomamente dopo essersi rotto il femore per l’osteoporosi.

Prevenzione osteoporosi: vitamina D e altri consigli

Prevenire l’osteoporosi è in parte possibile intervenendo su quei fattori di rischio acquisiti e modificabili da cui la salute ossea di un soggetto dipende per il 50%. Il resto del patrimonio scheletrico è invece dovuto a caratteristiche genetiche. Uno stile di vita sano e una dieta equilibrata aiutano a proteggere le ossa, che soprattutto in età pediatrica vanno ‘costruite’ con l’assunzione di calcio e vitamina D. La sintesi di quest’ultima, in particolare, viene favorita da una regolare esposizione al sole, mentre con l’avanzare dell’età diventa necessario assumere farmaci che contengano vitamina D. Il calcio rimane poi fondamentale anche in età adulta per ridurre al minimo la perdita ossea. Tra le misure per prevenire l’osteoporosi ci sono anche l’esercizio fisico, per evitare sovrappeso e obesità, e la riduzione del consumo di sale, ma è altrettanto importante non abusare di fumo e alcool.

Osteoporosi, come avviene la diagnosi

Una volta subita una frattura da fragilità, l’osteoporosi può essere diagnosticata con un esame di densitometria ossea (Dexa o Moc), che determina la massa ossea e calcola la densità minerale. L’indagine può essere prescritta anche in caso di una storia di patologie croniche che sono possibili cause di osteoporosi secondaria o dopo aver notato la demineralizzazione ossea attraverso radiografia. In questi casi l’esame riguarda solitamente le aree del femore e delle vertebre lombari, più a rischio frattura.

I farmaci per la cura dell’osteoporosi

Il trattamento dell’osteoporosi è effettuato tramite farmaci quali bisfosfonati, che riducono il riassorbimento osseo. Ad ora esiste invece soltanto il teriparatide tra i medicinali in grado di stimolare la neoformazione ossea. Il farmaco utilizzato per il trattamento dipende dalla valutazione del profilo del paziente, che come specifica Humanitas deve conoscere tutti gli aspetti di una terapia che è sempre a lungo termine. È comunque altrettanto importante continuare a intervenire su quei fattori modificabili, mantenendo uno stile di vita sano.