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Legionella, cos’è e quali sono i sintomi

Salute e Benessere
Foto d'archivio Ansa

Si tratta di un batterio, scoperto nel 1976, che provoca un’infezione polmonare. È presente sia in ambienti naturali che in quelli artificiali e si manifesta con tosse secca o grassa, febbre e brividi

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Dopo i casi riscontrati nel Milanese, dove ci sono state tre vittime, due di 94 e una di 84 anni, si torna a parlare di legionella. Ma di cosa si tratta? E quali sono le caratteristiche di questa patologia conosciuta anche come malattia dei legionari?

Quando è stato scoperto il batterio

La legionellosi è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. È stata identificata per la prima volta nel 1976, a seguito di una grave epidemia (221 persone contrassero questa forma di polmonite precedentemente non conosciuta e 34 furono i decessi) avvenuta in un gruppo di ex combattenti dell’American Legion (da qui il nome della malattia), che aveva partecipato a una conferenza in un hotel di Philadelphia, negli Stati Uniti. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.

Dove è presente il batterio

La legionella, scrive il ministero della Sanità sul suo sito Internet, "è un batterio presente sia negli ambienti naturali come acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc, che in quelli artificiali. Da questi ambienti la legionella raggiunge quelli artificiali come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana". Questo batterio vive a temperature che vanno dai 20 ai 45 gradi.

Come si manifesta

"Essendo un microrganismo ubiquitario, la legionella si può manifestare con epidemie dovute ad un’unica fonte, con limitata esposizione nel tempo e nello spazio all’agente eziologico. Oppure con una serie di casi indipendenti in un’area ad alta endemia o con casi sporadici senza un evidente raggruppamento temporale o geografico", dice il ministero della Sanità sul suo sito. Focolai epidemici si sono ripetutamente verificati in luoghi come ospedali, alberghi, navi da crociera ed esposizioni commerciali. “I casi di polmonite da legionella di origine comunitaria si manifestano prevalentemente nei mesi estivo-autunnali, mentre quelli di origine 'nosocomiale' non presentano una particolare stagionalità”, spiega ancora il ministero.

I sintomi e la cura

La legionellosi ha spesso gli stessi sintomi della polmonite: tosse secca o grassa, febbre e brividi. In alcuni casi si può manifestare con diarrea, dolori muscolari, spossatezza, perdita di appetito. In presenza di questi sintomi, l'unico modo per sapere con certezza che si tratta di legionella, dicono dal ministero della Sanità, è quello di effettuare dei test diagnostici specifici che consistono nell’isolamento del batterio dallo sputo, l'analisi degli antigeni presenti nelle urine e il livello di anticorpi nel sangue. Il periodo di incubazione varia tra i due e i 10 giorni e la cura avviene tramite la somministrazione di antibiotici, che sono efficaci nella maggior parte dei casi. Dopo il trattamento, tuttavia, potrebbero manifestarsi disturbi come malessere generale, stanchezza, dolori muscolari e difficoltà di concentrazione.

Come avviene il contagio

L'infezione da legionella avviene per lo più tramite aspirazione diretta di acqua o aria contaminata. Come spiega il portale legionellaonline.it, il batterio si trasmette “attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, quindi tutti i luoghi in cui si può entrare a contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio”. Il batterio, inoltre, può colpire tutti. Ma ci sono categorie più esposte di altre: fumatori, anziani, chi soffre di patologie polmonari, i malati di HIV e di cancro e chi ha patologie renali.