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Giornata della salute mentale, la situazione tra i giovani in Italia: i dati

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

La depressione e altri disturbi psichici saranno le patologie più diffuse al mondo già prima del 2030, secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, con un impatto economico in Italia che si aggira intorno al 4% del PIL

 

 

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L’Italia sta affrontando una vera e propria emergenza silenziosa: la salute mentale è in grave difficoltà. I dati sono allarmanti e indicano un futuro sempre più complesso. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione e altri disturbi psichici saranno le patologie più diffuse al mondo già prima del 2030, con un impatto economico in Italia che si aggira intorno al 4% del PIL. In questo quadro i giovani sono particolarmente vulnerabili.

Le principali cause

L’isolamento sociale, l’uso eccessivo di tecnologie e le dipendenze stanno alimentando l’aumento di ansia, depressione e disturbi del comportamento. Anche le donne e gli anziani sono fortemente colpiti dal disagio mentale. Le donne soffrono più frequentemente di disturbi d’ansia e depressione, mentre gli anziani sono a rischio di demenza e altre patologie neurodegenerative.

Un appello all’azione

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la Società Italiana di Psichiatria (SIP) ha lanciato un forte appello alle istituzioni, sottolineando l’urgenza di intervenire per affrontare questa emergenza. “La salute mentale deve essere un diritto per tutti i cittadini”, ha affermato Emi Bondi, presidente della SIP. “Il Servizio Sanitario Nazionale deve essere in prima linea per mettere in atto strategie di prevenzione e monitoraggio, e per intercettare e curare il disagio mentale nelle popolazioni più fragili.” Giuseppe Niccolò, coordinatore vicario del Tavolo Tecnico sulla salute mentale al Ministero della Salute, ha annunciato la creazione di un nuovo piano per la salute mentale, volto a migliorare la qualità dei percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione.

Situazioni complesse

Boom, picco, record: quando si parla dei disturbi che interessano la salute mentale dei giovani, negli ultimi anni i sostantivi parlano sempre di una situazione in peggioramento. Parole, sì, ma che traducono situazioni spesso molto complesse, da un ragazzino che per mesi non esce dal suo letto a una giovane donna che è intrappolata nella convinzione di essere sovrappeso, fino a coloro che arrivano a procurarsi delle ferite o, nei casi più severi, a tentare il suicidio.

I dati delle Asl

Le ASL torinesi dopo la pandemia da Covid19 hanno registrato un +30% negli accessi alle strutture dedicate ai disturbi mentali, che abbracciano ansia fuori controllo, depressione, dipendenze e disturbi alimentari. Va perfino peggio nel Lazio, dove gli accessi dei pazienti fra i 19 e i 25 anni sono aumentati del 45% dopo il Covid. I dati lombardi per la stessa fascia di età confermano questa tendenza: secondo un’indagine condotta dalla Fondazione Villa Santa Maria, lo Psycological General Well-Being Index (PGWBI) medio dei giovani è calato di dieci punti dal 2008 al 2023, portandosi al di sotto di una soglia che indica malessere psicologico.

In aumento l'autolesionismo

Il Congresso dell’Associazione Culturale Pediatri del 2024 ha lanciato un altro allarme: “quelle psichiatriche sono le malattie più diffuse tra bambini e adolescenti, in fortissima crescita”, scrivono in una nota. Fra queste, in particolare, sarebbero da tenere d’occhio le manifestazioni connesse all’autolesionismo: nel 2013 “al pronto soccorso psichiatrico del Bambin Gesù la media si attestava - coerente con il resto d’Italia – sulle 250 consulenze l’anno, meno di una al giorno. Nel 2022 e 2023 abbiamo superato le 1850 consulenze annue, cinque al giorno, e di queste consulenze il 60% riguarda l’autolesionismo, fenomeno sostenuto da depressione e disturbi dell’umore, e anticamera del suicidio” spiega Stefano Vicari, che dirige l’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile della struttura romana.

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I dati sui suicidi

Se tutte le persone che tentano di togliersi la vita riuscissero nel loro intento il numero di suicidi sarebbe di 20 volte superiore a quello attualmente registrato. Seppur gli ultimi dati diffusi dall’Istat mostrino un quadro incoraggiante, con una riduzione del 14% nel tasso dei suicidi dal 1995 a oggi, la strada in tema di prevenzione appare ancora molto lunga. Se è vero che l’Italia è tra i Paesi europei con il tasso di suicidi più bassi, è altrettanto vero che molte persone vivono, anche per tutta la vita, con pensieri suicidari senza mai arrivare all’atto.

I dati del Telefono Amico

In Italia, stando ai dati diffusi dal servizio di Statistica dell’Istituto superiore di sanità, basati sui numeri Istat relativi alle cause di morte dei residenti over 15 anni, sono oltre 7mila vittime di suicidio in due anni. Nel biennio 2020-2021 si sono suicidate nel nostro Paese 7.422 persone (3.645 nel 2020 e 3.777 nel 2021), uomini quasi nell’80% dei casi (78,5%). Sono state oltre 7.000 le persone che nel 2023 si sono rivolte a Telefono Amico Italia per gestire un pensiero suicida, proprio o di un caro. Non sono mai state così tante, ma soprattutto sono cresciute del 24% rispetto al 2022.  

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