In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

L'evoluzione umana non si è fermata: identificati 155 nuovi geni. Lo studio

Salute e Benessere
©Getty

Lo ha dimostrato un nuovo studio coordinato dal Centro di ricerca per le scienze biomediche "Alexander Fleming", in Grecia

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato

 

L'evoluzione dell'uomo non si è fermata quando la sua storia si è separata da quelli degli altri primati, ovvero circa 7 milioni di anni fa. Lo ha dimostrato un nuovo studio coordinato dal Centro di ricerca per le scienze biomediche "Alexander Fleming", in Grecia, che ha identificato 155 nuovi geni che si sono originati spontaneamente in minuscole sezioni del Dna umano dopo la scissione dagli altri primati. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Cell Reports.

Lo studio nel dettaglio

“È stato eccitante lavorare con qualcosa di così nuovo”, ha riferito il ricercatore Aoife McLysaght del Trinity College di Dublino. “Il Dna di dimensioni così piccole è proprio al limite di ciò che si può analizzare ed è quindi difficile anche solo capire se si tratta di qualcosa di significativo dal punto di vista biologico”, ha aggiunto.
Nel corso dello studio, guidato da Nikolaos Vakirlis, i ricercatori hanno costruito una sorta di albero genealogico degli esseri umani, confrontando i loro geni con quelli di altre specie di vertebrati. Sono così riusciti a identificarle 155 nuovi geni nel Dna umano. Come spiegato dal team di ricerca, i geni possono nascere tramite duplicazione di altri già esistenti, ma quelli identificati sembrano essere nati da zero. Tuttavia, essendo specifici dell’uomo, è più difficile decifrarne le funzioni.

Alcuni geni associati a malattie

I risultati suggeriscono che alcuni dei micro-geni scoperti potrebbero essere correlati a diverse patologie, come la distrofia muscolare e la retinite pigmentosa. In particolare, 44 risultano associati a difetti di crescita nelle cellule coltivate in laboratorio e uno sembra giocare un ruolo nel tessuto cardiaco umano. "Quest’ultimo, in particolare, è emerso sia nell’uomo che nello scimpanzé subito dopo la separazione dal gorilla e dimostra quanto velocemente può diventare essenziale un nuovo gene", hanno sottolineato gli autori della ricerca.

approfondimento

Scoperti i geni associati alla dislessia: sono 42. Lo studio