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Giornata mondiale della tubercolosi 2022, i dati in Italia e nel mondo

Salute e Benessere
©Ansa

Li ha raccolti il ministero della Salute, in occasione della Giornata mondiale che celebra la scoperta della tubercolosi, malattia infettiva che resta una delle prime 10 cause di morte in tutto il mondo. Nel 2020, a livello globale, si stima che dei quasi 10 milioni di persone abbiano contratto la tubercolosi e che 1.1 milioni siano bambini. L'Italia, secondo l’Oms, è stata definita “a bassa endemia”, dal momento che si registrano meno di 10 casi di malattia ogni 100.000 abitanti

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Anche per quest’anno, il 24 marzo coincide con la Giornata mondiale della tubercolosi (TBC), evento istituito proprio in questa giornata in ricordo del 24 marzo 1882, quando il microbiologo tedesco Robert Koch annunciò alla comunità scientifica la scoperta dell’agente che causa la malattia infettiva, ovvero il “Mycobacterium tuberculosis”.

L’appello dell’Oms

Come sottolinea anche il ministero della Salute sul proprio sito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha voluto lanciare in occasioni della Giornata mondiale della tubercolosi il messaggio “Invest to End TB. Save Lives” (Investi sulla Tbc. Salva vite) che esprime l’urgenza e l’importanza di investire risorse per intensificare la lotta contro la tubercolosi e realizzare gli impegni presi dai leader del mondo per porre fine alla malattia stessa. Il claim, dunque, vuole sensibilizzare istituzioni, organizzazioni della società civile, operatori sanitari e altri attori coinvolti nella lotta alla tubercolosi “a collaborare e unire gli sforzi per fermare la malattia e ridurre drasticamente il numero di decessi ad essa correlati”. Tra gli obiettivi posti in questo senso, quello di perseguire la strategia denominata “End TB”, tentando di porre fine alla tubercolosi entro il 2030 come parte degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dalle Nazioni Unite.

Gli obiettivi nella lotta alla malattia

Con la pandemia legata al Covid-19, tra l’altro, sono stati seriamente messi a rischio i progressi compiuti finora per debellare la malattia e per garantire un accesso equo alla prevenzione e all'assistenza nel mondo, spiegano gli esperti. Per la prima volta in oltre un decennio, ha riferito l’Oms, le morti a livello globale causate da tubercolosi sono aumentate nel 2020, anno nel quale 9,9 milioni di persone si sono ammalate di Tbc e 1,5 milioni hanno perso la vita a causa della patologia stessa. Ma per lottare contro la diffusione della tubercolosi, l’area europea dell’Oms ha sviluppato un suo specifico piano di azione che contemplano obiettivi quali la riduzione del 35% dei decessi per Tbc, la riduzione dell’incidenza della malattia del 25% ed il raggiungimento del tasso di successo del trattamento del 75% tra i casi di Tbc multi-farmacoresistenti. E, spiega il ministero, un nuovo piano d'azione per la tubercolosi valevole per il periodo 2023-2030 è in via di definizione, per implementare le azioni specifiche nella lotta alla tubercolosi.

I dati in Italia e nel mondo

Per spiegare il fenomeno legato alla malattia, l’Oms dal 1997 pubblica ogni anno il “Global Tuberculosis Report”, un documento che delinea la situazione epidemiologica dei Paesi aderenti all’Organizzazione. Dal rapporto si evince che la tubercolosi resta una delle prime 10 cause di morte in tutto il mondo. Nel 2020, a livello globale, si stima che dei quasi 10 milioni di persone che hanno contratto la tubercolosi, 1.1 milioni siano bambini. E solo una persona su tre con Tbc resistente ai farmaci ha avuto accesso al trattamento, con la tubercolosi multi-farmacoresistente (MDR-TB) che rappresenta ancora “un grave problema per la salute pubblica e una minaccia per la sicurezza sanitaria”. Guardando all’Italia, i casi di Tbc continuano a scendere dal 2010, passando dia 4.692 di 12 anni fa ai 3.346 rilevati nel 2019. Mentre quelli segnalati nel 2020 sono stati 2.287. Dai dati raccolti, emerge come dal 2015 al 2018 sia stato rilevato un incremento del tasso di notifica nella classe d’età 15-24 anni ed un un tasso in diminuzione nella classe d’età 0-14 anni, con l’incidenza calcolata sulle notifiche nazionali calata da 8 casi per 100.000 abitanti nel 2010 a 5,5 casi per 100.000 abitanti nel 2019, mentre l’incidenza nel 2020 è stata di 3,8 per 100.000 abitanti. In questo senso il nostro Paese è stato definito proprio dall’Oms un Paese “a bassa endemia”, dal momento che si registrano meno di 10 casi di malattia ogni 100.000 abitanti. La maggior parte di questi, conclude il ministero della Salute, si verifica “in soggetti appartenenti alle categorie più deboli o che, più difficilmente, possono accedere ai servizi socio-sanitari”. Con la bassa incidenza di tubercolosi, in Italia, connessa anche al miglioramento della diagnosi e della terapia.

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