Il numero delle ospedalizzazioni nei reparti Covid è diminuito del 12% in una settimana. È quanto emerge dall'ultimo report della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere
Negli ospedali italiani il numero dei ricoveri Covid è diminuito del 12% in una settimana. Nello specifico, nei reparti ordinari la diminuzione dei pazienti si attesta al 12,6%, mentre nelle terapie intensive, dove una settimana fa c’era stata una significativa riduzione del 25%, il calo è stato molto più lieve, pari al 3,8%. Sono alcuni dei numeri emersi dalla rilevazione Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) negli ospedali sentinella del 22 febbraio. "Da quattro settimane di fila continua la discesa dei ricoveri e questo rappresenta certamente un segnale di ottimismo. I numeri sono in progressivo calo ma l'epidemia non è ancora finita", ha avvertito il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore. Quanto alle differenze territoriali, il report segnala che negli ospedali del Nord i ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, sono diminuiti del 14%, nelle strutture del Centro sono scesi del 10%, mentre nel Sud e nelle isole i pazienti si sono ridotti dell'12%. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
Reparti ordinari, pazienti “con Covid” costituiscono il 42%
Per quanto riguarda i ricoverati "con Covid", ovvero i pazienti con un'infezione accertata da coronavirus Sars-CoV-2 il cui ricovero è determinato da altre patologie, i numeri del report Fiaso indicano che nei reparti ordinari costituiscono il 42% del totale.
"La sempre più ampia presenza di pazienti con il virus ma senza sindromi respiratorie testimonia da un lato l'efficacia della protezione vaccinale (il 74% dei pazienti con Covid è vaccinato e proprio in virtù della vaccinazione non sviluppa la malattia), dall'altro la minor aggressività della variante del virus attualmente circolante", ha spiegato la federazione in una nota. In rianimazione, invece, la percentuale dei pazienti "con Covid" è cresciuta dal 23% della scorsa settimana al 28%. Nello specifico, si tratta per il 44% di pazienti con malattie croniche di tipo internistico (diabete, malattie respiratorie, cardiopatie) in fase di scompenso, per il 20% di ricoveri per ischemia o emorragie del cuore o del cervello e per i restanti casi di traumi e interventi chirurgici indifferibili. Per quanto riguarda le terapie intensive, invece, i pazienti ricoverati "per Covid" rappresentano il 72% del totale. Tra questi, stando alla rilevazione Fiaso, il 78% è composto da non vaccinati o da soggetti in ritardo rispetto alla tempistica delle tre dosi: "Un dato che evidenzia il ruolo protettivo svolto dalla vaccinazione e dai booster, soprattutto tra i soggetti fragili".
"Serve una strategia per evitare di essere impreparati il prossimo autunno"
"Il virus, pur essendo meno aggressivo e non provocando gravi conseguenze grazie all'alta copertura vaccinale, circola ancora largamente tra la popolazione e prova ne è l'alto numero di pazienti che arrivano in ospedale per curare altre patologie ma vengono trovati positivi al tampone pre-ricovero. Questo, però, è il momento di disegnare una strategia per affrontare i prossimi mesi e per evitare di essere impreparati il prossimo autunno con la ripresa delle condizioni più favorevoli alla diffusione dei contagi delle patologie respiratorie e la prevedibile riduzione dell'efficacia vaccinale", ha commentato Migliore. Carlo Nicora, vice presidente Fiaso e direttore dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha, invece, sottolineato come "a distanza di due anni, abbiamo ancora uno sguardo rivolto alla pandemia con la quarta dose per i fragili e tumorali, ma negli ospedali l'obiettivo su cui stiamo lavorando è riprendere in carico le patologie croniche e rimettere al centro la prevenzione".