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Influenza, passi in avanti verso un vaccino universale: lo studio

Salute e Benessere

Un team di ricercatori americani, coordinati dallo Scripps Research Institute di La Jolla (California), ha identificato una nuova porzione di virus dell'influenza contro cui indirizzare vaccini di nuova generazione. La stessa è presente in diversi virus influenzali e non ha la tendenza a mutare

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Grazie al lavoro di ricerca di un team di studiosi americani, coordinati dallo Scripps Research Institute di La Jolla (California), è stato possibile compiere un passo in avanti, importante, verso la ricerca di un vaccino antinfluenzale universale. E’ stata identificata, infatti, una nuova porzione di virus dell'influenza contro cui indirizzare vaccini di nuova generazione: è presente in diversi virus influenzali e non ha la tendenza a mutare.

Il focus sull'emoagglutinina

Il focus degli esperti, nello studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Nature”, è stato concentrato, nello specifico, sull'emoagglutinina, in sostanza una delle due proteine, al pari della neuraminidasi, che si possono ritrovare all’interno dei più comuni vaccini antinfluenzali attualmente in uso. Gli scienziati, infatti, hanno deciso di approfondire la risposta immunitaria all'influenza o alla vaccinazione antinfluenzale in un gruppo di pazienti volontari, e sono riusciti ad individuare la presenza di alcuni anticorpi specifici, prodotti dall'organismo e indirizzati contro un’area fino ad oggi del tutto inesplorata dell'emoagglutinina. Questa parte della proteina è stata chiamata dagli esperti “àncora” e non risulta essere sottoposta a mutazioni. E, grazie ad una serie di approfondimenti ulteriori, è stato possibile comprendere come la risposta immunitaria contro questa specifica regione si mantenga nei virus della famiglia H1 e almeno in una parte di quelli della famiglia H2 e H5, così definiti a seconda del tipo particolare di emoagglutinine che il virus stesso possiede.

“Vaccini meno suscettibili alle mutazioni virali”

“Identificando siti di vulnerabilità agli anticorpi condivisi da un molti ceppi di virus influenzali possiamo progettare vaccini meno suscettibili alle mutazioni virali”, ha spiegato nel dettaglio Patrick Wilson, uno degli esperti coinvolti nello studio. Proprio per questo, gli studiosi si sono detti ottimisti. “Il sistema immunitario umano ha già la capacità di produrre anticorpi contro questo epitopo, quindi è solo questione di applicare i moderni metodi di ingegneria proteica per creare un vaccino che sia in grado di far produrre un numero sufficiente di quegli anticorpi”, ha poi confermato Jenna J. Guthmiller, prima firmataria del lavoro di ricerca. In definitiva, secondo gli studiosi americani, avere la possibilità di poter usufruire di un vaccino a così ampio spettro potrebbe risultare significativo non solamente contro la tipica influenza stagionale, ma anche per alimentare la protezione contro future pandemie, causate proprio da virus influenzali.

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