Il comitato per i medicinali umani dell'Agenzia europea del farmaco ha autorizzato l'uso dell'immunosoppressivo Anakinra e dell'anticorpo monoclonale Sotrovimab per il trattamento del Covid-19: come funzionano
Il comitato per i medicinali umani (Chmp) dell'Ema ha raccomandato l'autorizzazione di due nuovi farmaci per il trattamento del Covid-19. Si tratta di Sotrovimab (nome commerciale Xevudy) e di Anakinra (Kineret). L'Agenzia europea del farmaco invierà ora la sua raccomandazione alla Commissione europea, che sarà poi chiamata a prendere una decisione in merito. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
Sotrovimab raccomandato per i pazienti a rischio
Sotrovimab, come precisato in una nota, è un anticorpo monoclonale indicato per il trattamento della malattia in adulti e adolescenti sopra i 12 anni (e con un peso di almeno 40 chilogrammi) che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio che la malattia diventi grave. Per giungere a queste conclusioni, il comitato per i medicinali umani dell'Ema ha valutato i dati di uno studio che ha coinvolto 1.057 pazienti con Covid-19. Dall'analisi è emerso che il trattamento con Xevudy "ricuce significativamente il ricovero e i decessi in pazienti con almeno una condizione di base che mette loro a rischio di grave Covid-19", precisa l'Ema.
Anakinra: di cosa si tratta
Anakinra, invece, è un medicinale immunosoppressivo, già autorizzato nell'Ue per il trattamento di varie condizioni infiammatorie. La sua indicazione è stata ora estesa per includere il trattamento del Covid per pazienti adulti con polmonite che richiedono ossigeno supplementare e che sono a rischio di sviluppare grave insufficienza respiratoria. Questa raccomandazione da parte del Chmp segue l'analisi dei dati di uno studio che ha coinvolto 606 adulti ospedalizzati con polmonite Covid-19 moderata o grave, trattati con Kineret o un placebo in aggiunta alla cure standard. Lo studio, come precisa l'Ema in una nota, ha mostrato maggiori miglioramenti dei sintomi clinici nei pazienti trattati con Kineret rispetto a quelli che hanno ricevuto placebo. L'immunosoppressivo ha "ridotto il rischio di peggioramento delle condizioni di un paziente a malattia più grave o morte durante il periodo di studio di 28 giorni", spiega l'Ema.