Covid, Palù (Aifa): “Ora è una malattia pediatrica. Vaccinare i bambini”
Salute e BenessereLo ha detto al “Corriere della Sera” Giorgio Palù, virologo del Comitato Tecnico Scientifico e presidente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), parlando proprio del vaccino anti-Covid destinato ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, disponibile a breve dopo l'ok dell'Ema. L’efficacia dello stesso, ha detto, "si è rivelata del 90,7% nel prevenire la malattia sintomatica e non si sono visti effetti avversi di rilievo”
“Il Covid-19 è diventata una malattia pediatrica, tra le prime cause di morte a questa età. Mentre nessuna giovane vita è stata interrotta a causa del vaccino anti-Covid”. Lo ha detto al “Corriere della Sera” Giorgio Palù, virologo del Comitato Tecnico Scientifico e presidente del consiglio di amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), parlando proprio del vaccino anti-Covid destinato ai bambini tra i 5 e gli 11 anni che sarà disponibile a breve, dopo l'ok dell'Ema. “Il Cdc americano, la massima autorità per il controllo delle malattie infettive, ha già raccomandato l’uso di questo vaccino, prodotto da Pfizer. Gli studi presentati dall’azienda per avere l’autorizzazione al commercio, arrivata in Usa il 29 ottobre scorso, hanno coinvolto 2.400 bambini. L’efficacia si è rivelata del 90,7% nel prevenire la malattia sintomatica, non si sono visti effetti avversi di rilievo”, ha spiegato.
Benefici “diretti e indiretti” dal vaccino
Secondo Palù, dunque, non dovrebbero esserci dubbi nel vaccinare i più piccoli. “I benefici sono diretti e indiretti. Nel 2020, sempre secondo il Cdc, il 3% dei piccoli hanno avuto l’infezione, oggi siamo al 25% perché circola la variante Delta, molto più contagiosa. Su migliaia di ricoveri pediatrici in ospedale, un terzo hanno riguardato bimbi sani che in parte hanno avuto bisogno di cure in terapia intensiva”, ha detto l’esperto. Sottolineando ancora come, nel proteggere dal Covid-19 i bambini, esista anche un “vantaggio indiretto, sanitario e sociale”. La circolazione del virus, ha sottolineato ancora Palù, “si riduce e i bambini non perdono la libertà. Abbiamo visto quali sono su di loro le conseguenze psicologiche nel restare chiusi a casa. Meno giochi, meno scuola, meno sport. Ecco, i genitori dovrebbero comprendere questo aspetto. Accettare la vaccinazione dei figli significa assicurargli benessere in senso generale, non costringerli a cambiare vita”, ha riferito.
Il rischio del long Covid
Cosa può comportare non fare la profilassi, oltre al rischio di ricovero? “Dare la possibilità al virus di circolare vuol dire aumentare la capacità che si riproponga con nuove varianti”, ha spiegato in conclusione il virologo. “Inoltre, c’è il fenomeno del long Covid, delle conseguenze che subentrano anche dopo alcuni mesi dalla guarigione. Lo abbiamo visto negli adulti. Dolori muscolari, mal di testa, insonnia, difficoltà di respirazione, problemi gastrointenstinali, nausea, vertigini. Il mio bambino non lo esporrei a questa prospettiva”, ha sottolineato ancora Palù.