La percentuale sale al 90% nei Paesi a basso-medio reddito. Sono alcuni dei dati emersi dal nuovo Rapporto Mondiale Alzheimer 2021
Il 75% dei 55 milioni di casi di demenza che si stimano a livello globale non ha una diagnosi ufficiale. Percentuale che sale al 90% nei Paesi a basso-medio reddito. È il quadro emerso dal nuovo Rapporto Mondiale Alzheimer 2021, diffuso nel nostro Paese dalla Federazione Alzheimer Italia, in occasione della Giornata Mondiale dedicata a questa patologia, che si celebra in tutto il mondo il 21 settembre.
Diagnosi: gli ostacoli per pazienti e operatori sanitari
Il principale ostacolo che impedisce ai soggetti con demenza
di ricevere una corretta diagnosi è la difficoltà di accesso a medici
qualificati (47%). Seguono la paura della diagnosi e delle sue
conseguenze (46%) e i costi (34%). Questi sono solo alcuni dei dati
emersi da un questionario online lanciato dall'associazione Alzheimer's
Disease International, a cui hanno aderito oltre 3.500 persone con
demenza, caregiver e personale medico. Le risposte, analizzate dalla
McGill University di Montreal, rivelano, inoltre, che per il personale
sanitario i principali ostacoli nell'effettuare una diagnosi corretta
sono la difficoltà di accesso a test diagnostici specializzati (38%) e
la mancanza di formazione e conoscenze specifiche (37%).
1 medico su 3 pensa che la diagnosi sia inutile
Dal rapporto è emerso un altro dato preoccupante: 1 medico su 3 pensa che la diagnosi sia inutile.
"Il
33% dei medici interpellati crede che una diagnosi sia inutile perché
per la demenza non c'è nulla da fare: è questo il dato che più ci
preoccupa del Rapporto", ha commentato Gabriella Salvini Porro,
presidente Federazione Alzheimer Italia, per poi sottolineare: "Noi
crediamo proprio l'opposto: è vero che le persone con demenza sono
inguaribili dal punto di vista farmacologico, ma sono curabili. Da anni
portiamo avanti iniziative "dementia friendly" per far sentire accolte e
incluse le persone con demenza e i loro familiari".