A sostenerlo, un lavoro di ricerca condotto dagli esperti dell'University College di Dublino e pubblicato sulla rivista scientifica “Bmc Medicine”. Secondo gli studiosi, infatti, una cattiva alimentazione in gravidanza avrebbe la capacità di aumentare il rischio di obesità nel nascituro, soprattutto intorno ai dieci anni di età
“Numerose prove suggeriscono che la dieta materna influenzi la gravidanza e gli esiti del parto, ma il suo contributo all'epidemia globale di obesità infantile non è stato ancora analizzato in modo definitivo”. Inizia con questa premessa la pubblicazione degli esiti di uno studio, centrato sull’ipotesi che la qualità dell'intera dieta materna possa influenzare l'obesità infantile. L’esito, in via generale, è che una cattiva alimentazione in gravidanza avrebbe la capacità di aumentare il rischio di obesità nel nascituro, soprattutto intorno ai dieci anni di età. A dirlo, un lavoro di ricerca condotto dagli esperti dell'University College di Dublino e pubblicato sulla rivista scientifica “Bmc Medicine”.
I dati dello studio
Gli studiosi hanno analizzato i dati provenienti da 16.295 coppie madre-figlio, inserite in sette coorti di nascita europee. Le donne erano di un’età media di poco superiore ai 30 anni, con un indice di massa corporea normale. Alle future mamme è stato chiesto dai ricercatori di descrivere la propria dieta nel corso dell’intera gravidanza, quindi è stato assegnato ad essa un punteggio in base alla frequenza del consumo di cibi grassi e che predispongono l’organismo all'infiammazione cronica, come ad esempio i grassi saturi e le carni rosse. Per quanto riguarda, invece, i bambini, il loro indice di massa corporea è stato calcolato a 2, 6 e 10 anni di età. Ciò che è emerso dopo aver incrociato tutti i dati a disposizione, hanno raccontato i ricercatori, è “che i bambini nati da mamme che hanno una dieta di peggiore qualità in gravidanza hanno una maggiore probabilità di essere obesi o di avere un eccesso di massa grassa in tarda infanzia”.
Il periodo critico per prevenire l’obesità
“Una dieta prenatale materna pro-infiammatoria e di bassa qualità può influenzare negativamente la composizione corporea della prole e il rischio di obesità, specialmente durante la tarda infanzia. La promozione di un modello alimentare materno generale sano e antinfiammatorio può contribuire alla prevenzione dell'obesità infantile, un problema di salute complesso che richiede una strategia multiforme”, concludono gli studiosi nel loro studio. Spiegando anche che l'obesità infantile spesso può trascinarsi fino all'età adulta, ed è spesso correlata ad un rischio più elevato di malattie croniche, tra cui anche il diabete di tipo 2. Sempre più evidenze suggeriscono che la dieta materna influenzi l'esito della gravidanza e della nascita ed evidenziano i primi cento giorni di vita di un bambino, fino a circa i due anni di vita, come il periodo critico per prevenire l'obesità, hanno sottolineato ancora gli esperti.