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Covid-19, Scotti (Fimmg) a Sky TG24: “Io deciderei per una zona rossa in tutta Italia”

Salute e Benessere

Lo ha dichiarato il segretario nazionale della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, in un intervento a “Timeline”. “Bisogna ragionare come Servizio Sanitario Nazionale, superare in questo momento questo sistema di regionalizzazione, che nell’emergenza non funziona”, ha aggiunto 

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“Io deciderei per una zona rossa in tutta Italia, mi pare assurdo che questo si sia deciso nel momento in cui il Nord aveva percentuali di contagio così importanti e oggi si stia rimandando a questa barzelletta del puzzle”. Solo le parole, in un intervento a “Timeline” su Sky TG24, del segretario nazionale della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Silvestro Scotti, alla luce del trend degli ultimi dati dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus in Italia (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA).

“Mi pongo un problema: quando il Nord è andato in difficoltà ci sono state strutture sanitarie del Centro e del Sud Italia che hanno supportato. Che senso ha oggi guardare al completamento delle terapie intensive di una Regione, quando questo potrebbe non essere aiutato da una Regione vicina che nel frattempo, poiché è stata meno restrittiva, si è complicata la vita aumentando i contagi? Bisogna ragionare come Servizio Sanitario Nazionale, superare in questo momento questo sistema di regionalizzazione, che nell’emergenza non funziona”, ha aggiunto. 

Il segretario della Fimmg: “Pressione è forte anche su medicina territoriale”

 

Nel corso del suo intervento, Scotti ha poi sottolineato il ruolo fondamentale svolto dai medici di famiglia in questi mesi di emergenza sanitaria e la forte pressione a cui è sottoposta la medicina territoriale. 

“Abbiamo medici, infermieri, operatori sanitari, addetti alle pulizie, persone che stanno combattendo questa battaglia ormai da mesi. I medici di famiglia in questo momento stanno assistendo 542mila pazienti positivi a domicilio, che, anche se asintomatici, sono pazienti che hanno paura e vogliono essere rassicurati. Tutto questo viene sottovalutato, come se non esistesse”, ha precisato il segretario nazionale della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, precisando: “Se si considera che il sostegno ad ogni paziente dura quattordici giorni nella migliore delle ipotesi, ci si rende conto di qual è la pressione che c’è sul territorio, con grandissimo rispetto e vicinanza ai colleghi dell’ospedale, che di fronte hanno addirittura scelte come chi curare e chi non curare. Credo che a questo punto il Paese si debba porre nella responsabilità di far prevalere la salute ad altro”. Commentando gli ultimi dati legati alla pandemia di coronavirus ha poi aggiunto: “Il problema dei dati è sempre come vengono letti i numeri. Rispetto alla quantità e qualità del lavoro che viene espresso dai colleghi ospedalieri, eccezionale in questo periodo, sento solo parlare di posti letto disponibili o attivabili. Un posto letto non ha alcun significato in un processo di assistenza, bisogna collegarlo alle risorse umane che rendono quel posto letto realmente attivabile”. 

 

Scotti: “In Campania serve il massimo contenimento”

 

Commentando la situazione in Campania, Scotti ha  poi dichiarato: “La Campania ha caratteristiche molto peculiari rispetto al panorama italiano, è la regione con l’età media più bassa d’Italia. L’età giovanile, seppure in presenza di una diffusione del virus molto allargata rispetto ai numeri, rende la casistica dei pazienti prevalentemente riferita all’età giovanile, con pazienti asintomatici e paucisintomatici”. 

“Da anni la Campania era una delle Regioni dove l’aspettativa di vita era minore, questo significa che abbiamo una quota di anziani a rischio minore e può falsare i dati sulla mortalità”, ha aggiunto, spiegando che i valori che vengono determinati come indicatori nazionali, se non vengono calati sulle realtà specifiche delle Regioni, possono apparire fallaci e contraddittori rispetto alla percezione che ha l’ambiente sanitario. “L’ambiente sanitario campano, sia per quanto riguarda la medicina territoriale che quella ospedaliera, ritiene sia necessario andare al massimo contenimento”, ha concluso Scotti. 

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