E’ la tesi di un gruppo di ricercatori coreani che hanno condotto uno studio su 213 pazienti positivi al coronavirus di cui, a sei giorni dal primo tampone, è risultato asintomatico quasi il 20%. “Questi individui potrebbero avere un ruolo essenziale nella trasmissione del virus responsabile del Covid-19 e quindi nel perdurare della pandemia", hanno detto gli esperti
Estendere i test per rilevare il coronavirus, anche quelli rapidi, ai soggetti asintomatici. E’ il pensiero di Roberto Cauda, direttore della Uoc di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e ordinario di Malattie Infettive all'Università Cattolica di Roma, che in un’intervista rilasciata all’Ansa ha commentato un lavoro di ricerca effettuato sul tema. Secondo un team di esperti guidato da Joon Seo Lim, dell'Asan Medical Center di Seul, le persone asintomatiche, che hanno dunque l'infezione da Sars-Cov-2 ma non i sintomi, presentano all’interno del naso e del torace la stessa quantità di virus di una persona positiva e con i sintomi, come tosse, raffreddore o febbre. Il dato, pubblicato sulla rivista scientifica “Thorax”, sottolinea ancora una volta la possibilità che gli asintomatici non siano meno contagiosi e che diano un importante contributo alla trasmissione del virus e al perdurare della pandemia.
La percentuale media degli asintomatici
In sostanza, la capacità dei soggetti asintomatici di trasmettere il virus non viene messa in dubbio, secondo Cauda, nemmeno da un'altra ricerca, pubblicata sulla rivista “Plos Medicine”, che suggerisce come le persone asintomatiche non supererebbero il 20% del totale dei positivi al nuovo coronavirus. Si tratta, di contro, di un dato che fa emergere ancora una volta una criticità nelle capacità di contenimento della pandemia, legata proprio la presenza di asintomatici e pauci-sintomatici che non sempre vengono individuati dalle autorità sanitarie.
I risultati dello studio coreano
Nel loro studio, i ricercatori coreani hanno monitorato in isolamento un gruppo di 213 individui positivi al coronavirus. Tra loro, a sei giorni dal primo tampone, è risultato asintomatico quasi il 20% dei pazienti. Il tampone, poi, è stato anche ripetuto dopo 13 giorni e si è potuto notare che tutti i positivi, anche in assenza di sintomi, mostravano una carica virale comparabile. "Considerando che la maggior parte degli individui asintomatici con infezione da Sars-Cov-2 è probabile non venga intercettata e continui quindi a fare la vita di sempre, questi individui potrebbero avere un ruolo essenziale nella trasmissione del virus responsabile del Covid-19 e quindi nel perdurare della pandemia", hanno detto gli scienziati coreani. In pratica, aggiungono ancora, i dati emersi da questo studio “aggiungono ulteriore sostegno all'importanza dell'uso della mascherina da parte di tutti, indipendentemente dalla presenza di sintomi, e suggeriscono che i test per il Sars-Cov-2 dovrebbero essere estesi per intercettare gli asintomatici specie nei settori a rischio come nelle strutture sanitarie e residenziali". La tesi è sposata anche da Cauda. "Non possiamo permetterci di ridurre le misure di prevenzione come l'uso di mascherine e il distanziamento sociale e dobbiamo scovare gli asintomatici il più possibile, con tutti i metodi a disposizione, in particolare i test rapidi che, seppur con dei limiti, consentono di intercettare un numero molto elevato di asintomatici", ha spiegato.