In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Coronavirus, in Australia si studia una terapia basata sugli anticorpi

Salute e Benessere

Il trattamento potrebbe rappresentare un’alternativa al vaccino per tutte le persone che, per ragioni legate all’età o alle condizioni di salute, non potranno riceverlo

Condividi:

Mentre in vari Paesi procedono i lavori per il vaccino anti-Covid, in Australia i ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute di Melbourne stanno mettendo a punto una nuova terapia basata sugli anticorpi, potenzialmente in grado di bloccare l’accesso di Sars-CoV-2 nelle cellule. Sotto la guida di Wai-Hong Tam, specialista di malattie infettive e difese immunitarie, gli esperti stanno passando al vaglio milioni di anticorpi, per individuare quelli più potenti e in grado di puntare alle proteine spike presenti sulla superficie della cellula del coronavirus. “La nostra terapia permette di impedire l’accesso del virus e bloccare l’infezione”, ha spiegato Wai-Hong Tam nel corso di un’intervista ad Abc. La ricercatrice ha ricordato che le terapie basate sugli anticorpi sono già in uso in trattamenti del cancro e dei disturbi immunitari. 

 

Una possibile alternativa al vaccino

 

I ricercatori puntano a utilizzare degli anticorpi in grado di agire con precisione sulla proteina spike, il “tallone d’Achille” del coronavirus. Se la terapia si rivelerà efficace, potrà essere usata per prevenire l’infezione o per trattarla nelle sue fasi iniziali. Il suo impiego potrebbe rivelarsi cruciale per salvare tutte quelle persone che, per motivi legati all’età o alle condizioni di salute, non potranno sottoporsi alla vaccinazione

 

Il farmaco da anticorpi sviluppato in Israele

 

L’Australia non è l’unico Paese al lavoro su una terapia anti-Covid basata sugli anticorpi. Anche in Israele un gruppo di ricercatori sta portando avanti delle sperimentazioni cliniche su un trattamento simile. La prima si è conclusa con successo verso la metà di agosto e ha permesso ai tre pazienti che hanno ricevuto il farmaco di essere dimessi dall’ospedale in cui erano ricoverati. “Forse siamo stati solo fortunati, ma comunque siamo entusiasti dei risultati ottenuti”, ha dichiarato Zeev Rothstein, il direttore del Centro medico dell’ospedale Hadassah di Gerusalemme. “Per un medico, assistere a un tale miglioramento in così poco tempo è sorprendente”, ha aggiunto.