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Coronavirus, mascherina in classe: gli esperti sono divisi

Salute e Benessere

In attesa della riapertura delle scuole, fissata per il 14 settembre, restano alcuni dubbi su temi importanti come, ad esempio, quelli legati all’utilizzo delle mascherine all’interno degli edifici scolastici. Tra gli esperti c’è chi giudica impossibile che gli studenti possano indossarla per molte ore di fila e chi, invece, la ritiene fondamentale specie quando non si possono mantenere le distanze

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Il 14 settembre si tornerà a scuola e dal vertice tra Governo e Regioni svoltosi ieri, 26 agosto, è arrivata la notizia del via alla distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e dei gel, con le consegne dei nuovi banchi a stretto giro di posta. Ma restano però alcuni dubbi su alcuni temi fondamentali e tra questi quello che riguarda l'uso delle mascherine all’interno delle aule. Gli esperti, in questo senso, sembrano al momento divisi.

Il parere di Massimo Galli

Secondo Massimo Galli, responsabile del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, “portare la mascherine a scuola sarebbe auspicabile, ma è impossibile che ragazzini e bambini possano indossarla per cinque o sei ore di seguito”, ha detto in un’intervista a Sky TG24. “È importante che la portino all’ingresso e all’uscita da scuola. Sarebbe opportuno indossarla anche durante l’intervallo, ma vedo difficile fare la merenda con la mascherina in faccia”, ha spiegato l’esperto. C’è chi sostiene che le mascherine siano indispensabili anche durante le ore di lezione e chi, invece, pensa siano troppo fastidiose e perfino dannose. Insomma, si tratta di un tema che sta continuando suscitare pareri contrastanti tra gli esperti, che propongono soluzioni differenti dividendosi tra che le approva e chi no. La divisione è legata anche al fatto che sono ancora troppo pochi, proprio secondo i medici, i dati scientifici disponibili per dare indicazioni chiare e definitive. E restano ancora troppe le incognite, come ad esempio la possibilità di garantire il rispetto del distanziamento sociale e delle norme igieniche in aula, così come in palestra.

Mascherine sì, specie se non c’è distanza

Carlo Signorelli, professore di Igiene all'Università Vita-Salute del San Raffaele, ha sottolineato proprio questo aspetto, cioè che esistano “pochi dati scientifici sull'argomento: è difficile ricavarli vista la varietà di situazioni in cui può essere usata la mascherina", ha sottolineato il docente. "Di certo la mascherina aumenta la protezione dal contagio, ma bisogna commisurare l'obbligo di indossarla con le attività che devono essere svolte: per questo ha senso che a scuola venga usata negli spostamenti, all'ingresso e all'uscita, e nell'intervallo, quando è più difficile mantenere la distanza". Un altro parere è quello di Michele Riva, medico del lavoro e ricercatore all'Università di Milano-Bicocca, secondo il quale "il distanziamento funziona se si rispettano rigorosamente le norme igieniche, come starnutire o tossire nella piega del gomito, cosa non sempre scontata”. Secondo l’esperto è importante, specie nelle prime settimane di riapertura e a scopo cautelativo, “consigliare la mascherina anche in classe: si potrebbe poi allentare gradualmente l'obbligo a seconda dell'andamento dei contagi". C’è chi sostiene che, oltre generare fastidio agli studenti, le mascherine possano anche causare difficoltà di respirazione e concentrazione. “Al momento ci sono solo pochi dati preliminari che derivano da piccoli studi: i risultati possono voler dire tutto e il contrario di tutto", ha commentato ancora Riva. "È possibile che le mascherine diano fastidio e di conseguenza possano causare distrazione”, ha poi aggiunto Signorelli, “ma si tratta di un fattore personale: qui si tratta di trovare regole comuni che vadano bene per tutti".

Le ore di educazione fisica   

C’è un punto però, che al momento, sembra mettere quasi tutti d’accordo. Si tratta dell’idea che riguarda l'uso della mascherina durante le ore educazione fisica. "In questa situazione la mascherina non ha molto senso perché si può spostare e bagnare, risultando inefficace. L'importante, soprattutto al chiuso, è aumentare il distanziamento oltre il metro e magari optare per attività che non aumentino troppo l'emissione di goccioline respiratorie", ha concluso Riva.

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