Tetraplegico controlla esoscheletro col pensiero e torna a camminare
Salute e BenessereE’ successo a Grenoble, in Francia, dove un 28enne affetto da tetraplegia, a seguito di una lesione del midollo spinale, è stato protagonista di un esperimento legato ad una tecnica semi-invasiva che utilizza i segnali cerebrali
Il lavoro degli esperti a Grenoble
Gli esperti francesi hanno spiegato che circa il 20% delle lesioni traumatiche del midollo spinale cervicale provoca tetraplegia. Nuovi studi sono in fase di sviluppo per gestire questa condizione e quindi migliorare la vita dei pazienti, ma il loro intento è stato quello di testare la fattibilità di una tecnica semi-invasiva che utilizzi segnali cerebrali per guidare un esoscheletro. I medici, nel raccontare le fasi del loro studio, hanno raccontato che sono stati coinvolti due partecipanti presso il centro di ricerca Clinatec, associato all'ospedale universitario di Grenoble. I criteri di inclusione prevedevano per i pazienti un’età compresa tra 18 e 45 anni, stabilità dei deficit neurologici, necessità di ulteriore mobilità espressa dal paziente, monitoraggio ambulatoriale o ospedalizzato e registrazione nel sistema di sicurezza sociale francese. I criteri di esclusione, invece, erano legati a precedenti interventi chirurgici al cervello, trattamenti anticoagulanti, depressione, dipendenza da sostanze o uso improprio e controindicazioni alla magnetoencefalografia.
Come “il primo uomo sulla Luna”
Un partecipante è stato escluso a causa di un problema tecnico con gli impianti, mentre l’altro è stato proprio il giovane di 28 anni, affetto da tetraplegia a seguito di una lesione del midollo spinale. Come detto, a rivestire un ruolo fondamentale sono i due registratori epidurali wireless bilaterali che sono stati impiantati sulle aree sensomotorie dell'arto superiore del cervello. Tra il 12 giugno 2017 e il 21 luglio 2019, il paziente ha prima imparato a comandare un avatar col pensiero e solo successivamente gli impulsi elettrici del suo cervello sono stati utilizzati per consentire i movimenti dell'esoscheletro. "Mi sono sentito come il primo uomo sulla luna", ha dichiarato il ragazzo. "Non camminavo più da anni. Avevo dimenticato di essere più alto della maggior parte delle persone intorno a me. È stato davvero impressionante", ha poi concluso entusiasta.
Un passo in avanti significativo
Il sistema testato dai medici francesi rappresenta un importante passo avanti nella ricerca. Infatti funziona ancora dopo 27 mesi, ciò significa che gli elettrodi (piazzati in questo caso superficialmente) che servono per raccogliere gli impulsi cerebrali continuano a funzionare bene anche a distanza di tempo. In esperimenti precedenti svolti da altri gruppi di ricerca gli elettrodi, che erano stati impiantati troppo in profondità, avevano smesso di funzionare generando effetti avversi e provocando infezioni al paziente.