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L’insonnia può aumentare il rischio di ictus e insufficienza cardiaca

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Lo svelano i risultati di uno studio condotto dagli esperti del Karolinska Institutet di Stoccolma, condotto su oltre 1,3 milioni di partecipanti 

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L’insonnia può incrementare il rischio di ictus, insufficienza cardiaca e problemi alle coronarie: è quanto emerge da una ricerca condotta dagli esperti del Karolinska Institutet di Stoccolma, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Circulation. In passato, altri studi avevano evidenziato l’esistenza di un legame tra i problemi del sonno e una maggiore probabilità di sviluppare patologie cardiache. Queste ricerche non erano però state in grado di stabilire se l’insonnia fosse una causa di tali malattie o fosse semplicemente associata a questi problemi.

Il legame tra insonnia e patologie cardiache

Nel corso della nuova ricerca, gli esperti del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno esaminato alcune varianti genetiche associate all’insonnia, per verificare se fossero collegate a un rischio più elevato di malattie cardiache. Sono stati presi in considerazione oltre 1,3 milioni di partecipanti, i quali hanno preso parte a quattro grandi studi sul tema. Dai risultati dell’analisi, emerge che le varianti genetiche associate all’insonnia sono collegate a probabilità più elevate di malattia coronarica, insufficienza cardiaca e ictus ischemico, ma non di fibrillazione atriale. Susanna Larson, l’autrice principale dello studio, spiega che è importante identificare il motivo alla base dell’insonnia e trattarlo. “Il sonno è un comportamento che può essere modificato da nuove abitudini e gestione dello stress”, chiarisce l’esperta.

Gli ottimisti soffrono meno di insonnia

Per gli ottimisti, l’insonnia è un problema molto meno frequente: lo ha dimostrato uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Illinois. Esaminando i dati di oltre 3500 persone di età compresa tra i 32 e i 51 anni, gli studiosi dell’ateneo statunitense hanno stabilito che chi guarda alla vita con ottimismo beneficia di un riposo qualitativamente migliore e ha meno sintomi di sonnolenza giornaliera. L’ipotesi più accreditata è che la positività possa ridurre gli effetti dello stress, favorendo così un sonno meno disturbato. Rosalba Hernandez, la coordinatrice dello studio, spiega che chi è ottimista ha maggiori probabilità di interpretare gli eventi stressanti in modo più positivo, riducendo le preoccupazioni e i pensieri che portano a rimuginare al momento di addormentarsi e durante l’intero ciclo del sonno.