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Paura degli aghi? La realtà virtuale distrae i bambini dal dolore

Salute e Benessere
Iniezione (Getty Images)

L’utilizzo dei visori in due ospedali pediatrici di Melbourne ha evidenziato una riduzione del dolore e dell’ansia provati dai piccoli durante iniezioni, prelievi di sangue o cannulazioni intravenose 

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La paura degli aghi è una fobia che accomuna molti pazienti ed è fonte di stress, soprattutto per i più piccoli.
Non è raro che i bambini siano terrorizzati quando sottoposti a iniezioni, prelievi di sangue o cannulazioni intravenose.
In soccorso ai bimbi spaventati dagli aghi arriva la realtà virtuale, testata in due ospedali pediatrici di Melbourne. L’utilizzo dei visori nelle cliniche ha distratto i bimbi dal dolore, funzionando come una sorta di calmante e ha comportato effetti benefici anche sui genitori.

Test condotto su 250 bimbi tra i 4 e gli 11 anni

Per compiere lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Pediatrics, i ricercatori hanno analizzato gli effetti della realtà aumentata durante iniezioni, prelievi di sangue e cannulazioni intravenose su un campione composto da più di 250 bimbi di età compresa tra i 4 e gli 11 anni.
I visori utilizzati, in grado di riprodurre il mondo sottomarino, distraevano i piccoli mostrando loro dei pesci in cerca di cibo nel mare, accompagnati dal tipico rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia.
Ai pazienti è stato chiesto di dare un valore numerico al dolore provato durante il test.

La realtà virtuale ha ridotto il dolore dei piccoli e l’ansia dei genitori

È così emerso che l’utilizzo dei visori per la realtà virtuale ha diminuito del 41-60% il dolore percepito dai piccoli e del 35-45% l’ansia e la tensione provate mentre sottoposti agli esami clinici.
La tecnologia, inoltre, ha funzionato anche sui genitori: ha ridotto fino al 75% la preoccupazione di mamma e papà rincuorati dalla minor ansia dei figli.
"Il ricordo di una precedente esperienza dolorosa ha una forte influenza sull'esperienza di dolore durante procedure successive", spiega Simon Cohen, coordinatore del test. "Intervenendo su queste esperienze, possiamo aiutare sia i bambini sia i genitori quando sono richiesti trattamenti necessari ma dolorosi, che provocano ansia”.