La scoperta si deve a un team di ricercatori dell’Università di York che ha sviluppato un test di comparazione a cui hanno preso parte 24 individui
Capita tutti, almeno una volta nella vita, di intraprendere un discorso con un conoscente di cui non si ricorda il nome. Tra l’imbarazzo e la felicità del malcapitato che magari accenna a narrare episodi di vita trascorsi insieme, il cervello umano comincia a elaborare dei discorsi per mascherare la mancanza di memoria. Sebbene queste esperienze suggeriscano che l’uomo abbia difficoltà nel ricordare i nomi delle persone, un recente studio ha dimostrato l’esatto contrario: l’essere umano ricorda molto più facilmente i nomi dei conoscenti rispetto ai volti.
La scoperta si deve a un team di ricercatori dell’Università di York.
Test nel dettaglio
Per compiere lo studio, gli esperti hanno sviluppato un test di comparazione, ponendo nomi contro volti in condizioni di parità.
Alla ricerca hanno preso parte 24 individui ai quali è stato chiesto di memorizzare diverse foto di facce e nomi, avendo a disposizione un lasso di tempo limitato.
Dopo un iniziale test preliminare dove è stato chiesto ai partecipanti di riconoscere le stesse immagini memorizzate precedentemente, gli esperti hanno alzato la posta in gioco realizzando una successiva sperimentazione ancor più realistica. Hanno mostrato, infatti, alle persone diverse foto degli stessi volti e nomi scritti in caratteri tipografici diversi, simulando i cambiamenti di illuminazione e di acconciatura degli individui nella realtà.
Risultati e test con volti di personaggi famosi
È così emerso che i partecipanti sono riusciti a riconoscere in media il 73% delle facce quando sono state mostrate loro le stesse foto visionate all’inizio del test e solamente il 64% dei visi riportati in scatti diversi.
Per quanto riguarda i nomi, invece, le percentuali sono sostanzialmente più alte. Gli individui hanno ricordato perfettamente l’85% dei nominativi quando riportati con il formato iniziale e l’83% di quelli con differenti caratteri e dimensioni.
I ricercatori, incuriositi dalle dinamiche emerse, hanno eseguito un successivo test nel quale hanno però inserito volti e nomi di personaggi famosi. Quest’ultima sperimentazione ha fornito risultati molto più bilanciati.