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Vaccini: dal 1999 nessun obbligo per l’ammissione a scuola. LE TAPPE

Salute e Benessere
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La norma venne approvata dopo cinque anni di dibattiti e sanatorie e stabilì che si poteva entrare nelle classi senza essere stati vaccinati. Ora però il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha pronto un testo per reintrodurre l’obbligatorietà a vaccinarsi

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È pronto un testo di legge che prevede "l'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'accesso alla scuola dell'obbligo”. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha anche spiegato di aver ampliato la lista dei vaccini obbligatori indicati dal ministero. Il teso è stato inviato al presidente del Consiglio e verrà portato, il 12 maggio, in Consiglio dei ministri. Un cambiamento significativo, questo, dato che in Italia, è dal 1999 che non esiste più l’obbligo delle vaccinazioni per poter entrare in classe.

Stop all’obbligo di vaccinarsi nel 1999

L'obbligo di vaccinarsi per poter iscriversi a scuola non c’è più dal 1999, dopo che per oltre trent'anni, e cioè dal 1967, era stato invece indispensabile per frequentare le strutture scolastiche. Dal decadimento dell’obbligo, è quindi possibile che i bambini accedano alle classi senza essere vaccinati. L'accordo già raggiunto tra ministero e Regioni punta però a reintrodurre con una legge nazionale l'obbligo delle vaccinazioni per l'iscrizione alla scuola materna, su tutto il territorio nazionale. 

Nel 1994 il primo passo verso il decadimento dell’obbligo

La norma attuale prevede che se il certificato di vaccinazione non viene presentato, i bambini sono comunque ammessi alla scuola dell'obbligo e agli esami. Le regole che lo permettono sono entrate in vigore dopo cinque anni di dibattiti e sanatorie e hanno modificato le disposizioni del 1967 che stabilivano l'obbligo di presentare il certificato per essere ammessi in classe. Il primo passo verso le nuove norme risale al 1994, su iniziativa della Corte Costituzionale. Dello stesso anno è anche la prima circolare del ministero della Pubblica istruzione, dopo sentenze della magistratura che reintegravano alla frequenza scolastica gli alunni non vaccinati. Da allora il ministero ha emanato ogni anno circolari sul comportamento che la scuola doveva tenere verso gli alunni non vaccinati. Nel luglio del 1997,  un parere del Consiglio di Stato ribadiva il divieto di ammettere a scuola gli alunni non vaccinati a tutela del diritto alla salute della collettività. Ma nel maggio 1998, arrivò l'ultima sanatoria con la circolare che dava agli alunni senza certificato il diritto di partecipare a scrutini ed esami.

Le vaccinazioni attualmente obbligatorie in Italia

Ora, dopo 18 anni, l'obiettivo è quello di ristabilire l’obbligo delle vaccinazioni per tutelare la salute della popolazione. La decisione si basa anche sul dato allarmante relativo al calo delle vaccinazioni, sotto la soglia minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità, pari al 95% della popolazione. In Italia, le vaccinazioni attualmente obbligatorie sono quelle antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. Tutte le altre sono volontarie, anche se il Sistema sanitario nazionale ne incentiva l'uso e la gratuità. Con l'accordo raggiunto, l'obiettivo è invece quello di rendere obbligatorie su tutto il territorio tutte le vaccinazione previste nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19. Fra queste compaiono quella dell'Anti Meningococco b, contro la meningite, per il Rotavirus e per la varicella, nei casi dei bambini più piccoli. Mentre l'Anti Papillomavirus viene esteso anche agli adolescenti maschi.

L’eccezione di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana

L'Emilia Romagna è stata la prima Regione ad aver varato una legge sull'obbligatorietà delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana hanno varato un provvedimento simile per l'iscrizione agli asili comunali e convenzionati.