L’ex sindaca di Roma ha pubblicato un post in merito alla notizia secondo cui avrebbe rilanciato nelle chat M5s i contenuti della propaganda russa: "Ho detto pubblicamente che ho serie perplessità sull’invio di armi in Ucraina, così come ho detto che dobbiamo renderci liberi dal ricatto russo sulla fornitura del gas"
“Non sono una filo-putiniana o filo-russa: è evidente che in Ucraina ci sia un aggressore, la Russia, come è pubblica la mia contrarietà alla guerra come soluzione dei conflitti”. È questa la premessa che apre il post condiviso sui social dall’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, in merito alla notizia secondo cui avrebbe rilanciato nelle chat M5s i contenuti della propaganda russa. “Ho detto pubblicamente che ho serie perplessità sull’invio di armi in Ucraina, così come ho detto che dobbiamo renderci liberi dal ricatto russo sulla fornitura del gas - afferma Raggi -. Credo che vadano trovate delle soluzioni di mediazione tra le parti e che vadano comprese e approfondite le cause del conflitto”. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE)
Il post
“Non sono filo russa - ribadisce in seguto - Ho condiviso in una chat privata le analisi sulle tensioni tra Russia e Ucraina che aveva fatto, fin dal 2014, l'allora parlamentare europeo Dario Tamburrano. Aveva ragione. Allo stesso tempo proponeva una soluzione: limitare l’incidenza del gas russo nelle forniture energetiche dell’Europa e investire nelle fonti rinnovabili. Ed è quello che, secondo me, dobbiamo fare. Per me è questa una delle “armi” che abbiamo per depotenziare il conflitto. Ovviamente, le mie parole sono state distorte per creare una contrapposizione tutta politica tra “buoni” e “cattivi” all’interno della quale chi non si adegua è ovviamente un “cattivo”. Per raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza e della transizione energetica - conclude Raggi - dobbiamo stare tutti dalla stessa parte”.
Il caso
Il caso è nato da un articolo pubblicato da Repubblica, cui secondo cui l'ex sindaca di Roma avrebbe rilanciato nelle chat M5s i contenuti della propaganda russa. La notizia ha provocato l’immediata reazione di diversi esponenti politici, tra cui Carlo Calenda, il quale ha fatto sapere all'ANSA che chiederà “le dimissioni di Virginia Raggi dalla presidenza della Commissione capitolina speciale Expo 2030. Raggi va sfiduciata e cacciata da quella commissione: noi chiederemo questo e serviranno i voti decisivi della maggioranza del Campidoglio”.