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Omicidio Cerciello Rega, Hjorth: “Ho visto Elder lavare il coltello”

Lazio

“Non ho visto sangue, ho solo sentito rumori di colluttazione. Non ho sentito urla, il tutto è durato pochi secondi, poi ho visto Cerciello seduto per terra al centro della strada", ha detto Gabriele Natale Hjorth durante il processo che lo vede accusato, assieme a Finnegan Lee Elder, dell'omicidio del vicebrigadiere avvenuto a Roma il 26 luglio del 2019

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"Dopo la colluttazione siamo tornati nella stanza d'albergo, ho sentito una sirena dell'ambulanza ma non volevo pensare che fosse per quello che era successo. Elder è andato in bagno e ha tirato fuori il coltello e lo ha lavato, mi ha detto che doveva pulirlo", ha affermato Gabriele Natale Hjorth sentito nel processo che lo vede accusato, assieme a Finnegan Lee Elder, dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega avvenuto a Roma il 26 luglio del 2019.

La ricostruzione di Hjorth

"Avvicinandosi non hanno detto nulla. Mentre stavo scappando Varriale mi ha detto fermati e prendendomi dalla spalla mi ha fatto cadere, è cascato anche lui. Cadendo a terra mi ha detto la parola 'carabinieri'", ha raccontato Hjorth durante il processo ripercorrendo quanto accaduto la sera dell'omicidio del carabiniere. Rispondendo alle domande del pm, davanti alla Corte d'Assise, l'imputato ha aggiunto: "Non ho visto nessun distintivo. Io ho sempre pensato che i carabiniere fossero come la polizia - spiega il giovane americano - ma non mi sembrava possibile che quelle due persone fossero carabinieri perché erano vestite normalmente. Non hanno tirato fuori nulla dalle loro tasche. Alle 3 di notte uno che ti salta addosso e dice 'carabinieri' non mi sembrava possibile. Non ho visto armi in mano, erano a mani libere". In riferimento alla colluttazione tra Elder e Cerciello, Natale ha detto di avere visto "il vicebrigadiere andargli addosso. Non ho visto sangue, ho solo sentito rumori di colluttazione. Non ho sentito urla, il tutto è durato pochi secondi, poi ho visto Cerciello seduto per terra al centro della strada".

Dopo la colluttazione Hjorth ha detto di essere tornato in albergo con l'amico e che “Elder è andato in bagno e ha tirato fuori il coltello e lo ha lavato, mi ha detto che doveva pulirlo". Hjorth ha espresso la sua "sofferenza per la famiglia" del carabiniere ucciso e ha proseguito nella sua ricostruzione. "Non ho notato sangue ma non ci ho capito più niente - ha aggiunto l'imputato – Volevo capire perché non era andata come la colluttazione tra me e Varriale ma è stato molto vago. Dopo essere uscito dal bagno aveva il coltello infilato in un asciugamano e mi ha detto che bisognava nasconderlo. Ho fatto caso che uno dei pannelli sul soffitto si spostava. A quel punto ho preso una sedia, ho aperto il pannello ed Elder ha lanciato dentro il coltello. Io non l'ho mai toccato il coltello". Il giovane americano ha raccontato che il suo amico gli aveva detto di avere "utilizzato il coltello per difendersi, in modo superficiale. Non mi ha detto che Cerciello era grave. Sapevo solo che qualcosa era andato storto ma in una maniera che non potevo immaginare".

Hjorth: “In caserma mi dissero 'hai i minuti contati'”

"Una volta portato in caserma mi hanno ammanettato e bendato. Mi dicevano 'hai i minuti contati'. Dopo mezz'ora, un'ora, mi hanno tolto la benda e davanti a me c'era Varriale che mi chiese se lo riconoscevo", ha poi aggiunto Hjorth. "Ero in pessime condizioni, stanco, spaventato e mi sentivo svenire. Uno dei carabinieri - ha aggiunto davanti ai giudici della prima Corte d'Assise - mi ha detto che se gli davo il pin per sbloccare il mio telefonino mi avrebbe tolto le manette. Poi mi hanno portato in un'altra stanza per l'interrogatorio". Sulle fasi dell'arresto l'imputato ha aggiunto: "Abbiamo sentito dei rumori alla porta della camera dell'albergo. Io ed Elder pensavamo potesse essere la cameriera, invece sono entrati diversi uomini, alcuni in divisa, con le pistole in mano ci hanno fatto spogliare, faccia a terra, ci hanno fatto alcune foto coi telefonini e ci hanno detto di andare con loro". E ancora: "mi hanno messo una tovaglia in testa e mi hanno caricato in auto. Siamo arrivati in caserma e mi hanno portato in un ufficio, mi hanno buttato a terra, ammanettato e qualcuno da dietro mi ha bendato. Erano in 4-5 sopra di me, mi trattavano come se stessi facendo resistenza".