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Omicidio Cerciello Rega, il superiore a Varriale: "Non parlare dell'ordine di servizio"

Lazio
©Ansa

Il messaggio è stato fatto ascoltare durante l'ultima udienza del processo. Andrea Varriale, collega del carabiniere ucciso, dichiara: "Mario era il nostro maestro, il più esperto. Non era assolutamente un violento e io ho imparato tantissimo da lui". Sul californiano bendato ha affermato: "Sono rimasto sorpreso, non avevo mai visto un arrestato tenuto in quel modo"

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"Quella notte non eravamo preoccupati. Ci sembrava una cosa da nulla, da ladro di polli". Lo ha detto Andrea Varriale, il collega di pattuglia di Mario Cerciello Rega la notte del 26 luglio quando quest'ultimo venne ucciso per mano di Finnegan Elder, nel corso del processo che vede imputato anche il californiano Gabriel Natale Hjorth. "A Trastevere sono molte le fregature che vengono fatte a chi cerca droga - ha aggiunto -. Quella ci sembrò una sóla e la pasticca trovata a piazza Mastai era palesemente tachipirina. Non mi sembrava una estorsione fatta da veri criminale, ci sembrava una cosa da poco". (L'OMICIDIO - IL PROCESSO)

"Lui era il nostro maestro"

Poi: "Mario Cerciello Rega era sempre in prima linea. Era il nostro maestro, era il più esperto. Alcune delle nostre indagini sono partite proprio da sue intuizioni, era il più esperto di tutti. Mario non era assolutamente un violento e io ho imparato tantissimo da lui. Il nostro approccio in questi interventi è stato sempre pacifico".

"Dissi che avevo la pistola con me, ho commesso una leggerezza"

In quella circostanza, ha aggiunto Varriale, "commisi un errore stupido, quello di dire che avevo la pistola con me e che l'avevo consegnata al mio comandante di stazione in ospedale. Ma tanto ormai a tanti colleghi già avevo detto che non l'avevo, quindi mi stavo nascondendo dietro a un dito. Ho commesso una leggerezza". Nel corso dell'audizione Varriale ha raccontato anche del video che fece con il suo telefonino di Natale mentre era bendato e finito poi negli atti dell'indagine. "Volevo associare la voce, che avevo su WhatsApp perché Cerciello aveva registrato una telefonata intercorsa tra Natale e Brugiatelli, al volto e così gli ho fatto qualche domanda", ha spiegato. 
"Avere o non avere la pistola - ha continuato - non avrebbe cambiato gli eventi. Forse se avessimo avuto l'arma sarebbe andata anche peggio. Il tesserino e gli effetti personali di Cerciello li ho visti sul muretto esterno del pronto soccorso del Santo Spirito", ha aggiunto ricordando quanto avvenuto nelle fasi dopo l'aggressione e il conseguente trasporto in ospedale.

Sull'arrestato bendato: "Mi ha sorpreso, mi è parso molto strano"

"La bendatura del fermato mi ha sorpreso, lo vidi così in una stanza della caserma di via in Selci, non avevo mai visto un arrestato tenuto in quel modo. Mi è parsa molto strana". Varriale ha raccontato delle fasi dell'arresto dei due americani e della vicenda della foto comparsa sui media di Natale Hjorth, tenuto ammanettato e bendato. "Non sapevo assolutamente del fatto che era uscita sui media quella fotografia. Le indagini dell'Arma su questa sono iniziate subito. Il 28 luglio fui chiamato dal comandante di Compagnia di allora, il Maggiore Aniello Schettino. Incontrai il colonnello Antonio Petti, l'allora comandante del gruppo Roma, in un colloquio informale con lui dissi che non avevo fatto io la fotografia".

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L'avvocato di Elder: "Non ci sono messaggi del 26 luglio sul cellulare"

Nel corso del controesame, rispondendo alle domande di uno dei difensori di Elder, il militare dell'Arma non ha saputo spiegare perché non risultino tracce di messaggi e chiamate sul suo telefono cellulare effettuate il 26 luglio. "Ci sono i messaggi del 25 e del 27 luglio. Quelli del 26 no" ha detto l'avvocato Renato Borzone in aula.

Maresciallo a Varriale: “Su ordine servizio non parlare con nessuno”

Durante l’udienza odierna, inoltre, è stato reso noto il messaggio che il maresciallo Gaetano Armao ha scritto a Varriale il 28 luglio 2019, prima che quest’ultimo venisse chiamato dai superiori a raccontare quanto accaduto la notte del 26 luglio. "Andrea di questa cosa dell'ordine di servizio non ne parlare con nessuno, Ottaviani - capo della stazione dei carabinieri di Piazza Farnese all'epoca dei fatti, ndr - già sa tutto, vieni da me e lo compiliamo”, si legge. "Bisogna sistemare la questione dell'ordine di servizio - scrive ancora Armao - è vuoto, lo devi compilare almeno con l'intervento" facendo riferimento all'identificazione di Sergio Brugiatelli, il presunto mediatore dei pusher di Trastevere. Sul punto Varriale spiega: "A piazza Mastai avevo preso un appunto su un foglio di carta con le generalità di Brugiatelli per poi riportarlo con calma in caserma”.

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