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Coronavirus, dimesso il carabiniere ferito a Palazzo Chigi nella sparatoria del 2013

Lazio

Il maresciallo, rimasto paralizzato dopo l'attentato, era risultato positivo al tampone l'11 marzo. "Oggi sta discretamente bene, ora possiamo stare vicini", ha spiegato la figlia Martina

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È stato dimesso dall'ospedale il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Giangrande, rimasto paralizzato dopo essere stato ferito in un attentato il 28 aprile del 2013 mentre era in servizio davanti a Palazzo Chigi a Roma e risultato positivo al Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - L'EMERGENZA A ROMA). Era in ospedale a Firenze dall'11 marzo scorso, quando aveva scoperto di essere stato contagiato dopo aver effettuato un controllo per le sue condizioni di salute all'ospedale di Careggi. In quell'occasione gli era stata registrata una temperatura corporea più alta del normale e i medici che lo seguono avevano deciso di sottoporlo al test per il Covid-19. Dopo alcuni giorni di degenza nel reparto di malattie infettive del policlinico fiorentino, ieri sera Giangrande è stato dimesso e passerà ora il resto della sua degenza nella propria abitazione a Prato.

Le parole della figlia

"È ancora positivo ma sta bene. Il peggio mi sembra passato, assieme alla maggior parte delle mie preoccupazioni", spiega la figlia Martina. La comparsa dei sintomi febbrili era stata per lei "un fulmine a ciel sereno". E alla preoccupazione per lo stato di salute del padre si era aggiunto l'ostacolo di non potergli stare direttamente vicino in questa fase, dato che le è stata assegnata la disposizione dell'isolamento domiciliare in quanto contatto diretto di un paziente positivo al virus. Giangrande non è mai stato intubato e la febbre in questi giorni è scesa progressivamente. "Oggi sta discretamente bene - sottolinea la figlia -, ora possiamo stare vicini".

La sparatoria del 2013

Secdondo quanto ricostruito, a ferire Giangrande è stato Luigi Preiti: l'uomo ha sparato più colpi di pistola davanti a Palazzo Chigi, cercando di colpire anche altri tre militari dell'Arma. Tre anni dopo l'attentato, nel maggio 2016, la sentenza della Cassazione ha reso definitiva la condanna a 16 anni di reclusione per Preiti, rigettando il ricorso della difesa che chiedeva per l'uomo il riconoscimento della seminfermità mentale. Dopo l'attentato, nonostante le difficili condizioni motorie, Giangrande si è prodigato in un tour nelle scuole italiane per sensibilizzare i più giovani alla lotta contro il bullismo.