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Mario Cerciello Rega, i legali di Elder ritirano l'istanza di scarcerazione

Lazio

"Il quadro generale manca di elementi, che non consentono un completo esercizio della difesa. La dinamica dei fatti finora è fondata su una persona che ha mentito", ha sottolineato l’avvocato Renato Borzone in riferimento ad Andrea Varriale, collega di Cerciello

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I legali di Finnegan Lee Elder, il giovane americano arrestato a Roma per l'omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega (CHI ERA) avvenuto la notte del 26 luglio scorso, hanno ritirato la richiesta di scarcerazione. A riferirlo è l'avvocato del giovane, Renato Borzone. "È evidente che ci sono ancora investigazioni in corso, come quelle sugli abiti del carabiniere o dei ragazzi, e altre che non conosciamo. Il quadro generale manca di elementi, che non consentono un completo esercizio della difesa. La dinamica dei fatti finora è fondata su una persona che ha mentito, su persone di dubbia reputazione e su testi 'ballerini' - ha sottolineato il legale in riferimento ad Andrea Varriale, collega di Cerciello insieme a lui al momento del delitto -. Stiamo lavorando sul caso per poter chiarire i passaggi fondamentali e quindi preferiamo attendere", conclude il legale.

Il racconto di Andrea Varriale

"Eravamo senza pistola - ha detto Varriale al procuratore di Roma Michele Prestipino -. Quando fai quei tipi di servizio, in borghese, non sai dove nasconderla, ma mostrammo il tesserino di riconoscimento e ci qualificammo". Il dettaglio sulla mancata presenza dell'arma è stato più volte smentito da inquirenti e investigatori durante la prima fase delle indagini. "L'ho lasciata nell'armadietto", ha aggiunto Varriale spiegando che la decisione era legata al fatto che l'attività di controllo delle piazza di spaccio viene svolta in borghese, con un abbigliamento, in particolare d'estate, simile a qualsiasi turista in giro per le stradine di Trastevere: maglietta e bermuda. "Per noi è impossibile in questo modo nascondere l'arma", ha puntualizzato Varriale. L'uomo ha poi assicurato che sia lui che Cerciello Rega hanno mostrato il distintivo ai due americani prima dell'aggressione: su questo punto le difese parlano di "giallo", in quanto nel marsupio di Cerciello sono stati trovate "chiavi, banconote, un cellulare e un mazzo di carte" ma non la placca di riconoscimento.