Stellantis: Melfi; perdita maggiore dal 2019, -38,7% auto

Basilicata
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Nel primo semestre, registrato il "crollo più pesante"

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(ANSA) - POTENZA, 04 LUG - "Nel primo semestre, il crollo più pesante in termini di volumi produttivi nelle auto è quello di Melfi (Potenza), con - 17% rispetto al 2021 (- 19.216 unità). E' l'unico stabilimento di assemblaggio auto che segna una perdita in rapporto al 2021. Se lo rapportiamo al 2019 è comunque quello con la perdita maggiore, di oltre 59.187 auto (-38,7%)": i dati sono contenuti in un report della Fim-Cisl, che è stato presentato oggi.
    "Delle quasi 93.580 auto prodotte il 23% è rappresentato da 500x, il resto sono le vetture Jeep, 34% Compass e 43% Renegade.
    Non si raggiungerà la produzione del 2021, è molto probabile nel 2023 la produzione sarà intorno alle 150 mila unità. Circa il -62% delle produzioni massime raggiunte nel 2015 dopo il lancio di Renegade e 500x. Il blocco causato dai semiconduttori crea un tonfo maggiore negli stabilimenti più produttivi, del resto Melfi ha rappresentato per molti anni lo stabilimento che da solo produceva la metà delle autovetture di Fca oggi la sua quota è comunque intorno al 38% del totale delle autovetture prodotte da Stellantis nel nostro Paese. Lo stop produttivo generato dalla mancanza dei semiconduttori ha pesato enormemente sullo stabilimento, nei primi sei mesi sono circa 161 i turni di fermo gestiti con Cigo e Cds. Dobbiamo poi aggiungere che tutto ciò a poi determinato lo stop ai 17 che erano stati attuati in parte. La mancata partenza dei 20 turni preventivati inizialmente per il primo marzo e la discesa di fatto a 15 turni hanno determinato un contraccolpo occupazionale di circa 1.500 lavoratori. Per evitare ripercussioni negative, si è dovuti intervenire con vari strumenti, trasferte infra-gruppo (circa 250) e incentivazioni all'uscita su base esclusivamente volontaria (nell'ultimo anno ha coinvolto 830 lavoratori), stipula di un nuovo Contratto di Solidarietà dal 4 aprile al 7 agosto 2022, che nella nuova normativa consente una riduzione massima mensile dell'orario di lavoro dell'80%". (ANSA).
   

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