Mattarella agli ambasciatori: "Diplomazia contro sirene del settarismo nazionalistico"

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Nel corso del suo intervento in occasione dell'apertura dei lavori alla Farnesina della Conferenza degli Ambascitori, il presidente della Repubblica ha sottolineato che "nelle democrazie mature la politica estera è motivo di naturale convergenza tra le diverse opinioni che animano il dibattito pubblico"

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"Siamo di fronte al paradosso di una società globale sempre più interconnessa e interdipendente che attraversa una fase in cui si affacciano nuovamente, con ricette stantie, le sirene del settarismo nazionalistico, etnico, quando non arbitrariamente religioso. Divisioni e fratture profonde si moltiplicano". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha esordito questa mattina nel corso del suo intervento in occasione della XVII edizione degli Stati generali della diplomazia alla Farnesina, la Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d'Italia nel mondo. "Viene spontaneo chiedersi quale posto abbia la diplomazia in questo contesto, rispetto ad atteggiamenti e a forze – anche di natura non statuale – che si propongono di intaccare la cornice di norme e principi statuiti per assicurare ai membri della comunità internazionale interazioni stabili e ordinate secondo regole riconosciute e valide per tutti", ha aggiunto il Capo dello Stato, sottolineando anche che "la stabilità di un posizionamento la rinveniamo nei principi definiti dalla Costituzione, agli articoli 10 e 11: diritto di asilo per lo straniero cui venga impedito nel suo Paese l'esercito delle libertà democratiche, ripudio della guerra, perseguimento di pace e giustizia tra le nazioni anche attraverso limitazioni alla sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati". "Di qui l'integrazione d'Europa, le Convenzioni internazionali, di qui le Corti di giustizia che ne sono derivate, a tutela dell'applicazione degli ordinamenti", ha precisato Mattarella. 

La Conferenza degli ambasciatori

L'evento alla Farnesina rappresenta un'occasione di confronto sull'azione internazionale dell'Italia, che vede la partecipazione di oltre 150 titolari delle sedi diplomatiche italiane all'estero, di numerosi ministri di governo e personalità estere, tra cui il capo del dipartimento federale degli affari esteri della Svizzera, Ignazio Cassis, e il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia Atomica, Rafael Mariano Grossi.

Mattarella: "La politica estera sia motivo di naturale convergenza"

Nel corso del suo intervento in occasione dell'apertura dei lavori alla Farnesina della Conferenza degli Ambascitori, il presidente della Repubblica ha sottolineato che "nelle democrazie mature la politica estera è motivo di naturale convergenza tra le diverse opinioni che animano il dibattito pubblico". Poi ha aggiunto: "In Italia è stato un processo che si è gradualmente affermato nei decenni, dopo la lezione degasperiana".

Mattarella: "Coerenti su diritto asilo e Convenzioni"

"La diplomazia, esercizio di paziente tessitura strategica, è, naturalmente, strumento, proiezione dei valori propri alla comunità che si rappresenta, nel nostro caso dei principi affermati dalla Costituzione, che ispirano la presenza dell'Italia nel mondo", ha proseguito Mattarella. "Unione Europea e Alleanza Atlantica hanno segnato e segnano nel profondo la collocazione della Repubblica nello scenario internazionale", ha aggiunto il Capo dello Stato, precisando che "dalla coerenza di queste scelte è derivata larga parte dell'autorevolezza conquistata dall'Italia con la ricostruzione morale e materiale del Paese all'indomani della Liberazione". "Lo sforzo incessante della nostra azione è stato diretto, quindi, a prevenire i conflitti, a elaborare soluzioni idonee a ricostruire il capitale di fiducia tra gli Stati, oggi pericolosamente eroso. Questo ha consentito alla Repubblica di acquisire influenza e credibilità, in numerosi organismi multilaterali, a partire dalle Nazioni Unite, strumento ampiamente imperfetto ma prezioso", ha rimarcato il presidente della Repubblica, sottolineando ancora che "l'Italia ha dimostrato di saper coniugare la consapevolezza delle proprie scelte di collocazione internazionale con la capacità di interpretare le sensibilità di Paesi, a tratti distanti in termini di sensibilità, interessi, livello di sviluppo o matrice culturale".

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Mattarella: "Il cessate il fuoco in Libano ci fa sperare per Gaza"

"L’arduo sentiero della pacificazione prima e della costruzione della pace dopo, è pieno di contraddizioni, ritorni, riproposizioni, pause. Basta pensare al cessate il fuoco in Libano", ha proseguito Mattarella affrontando la questione della guerra in Medioriente. "L’intesa che abbiamo accolto pochi giorni addietro ripropone, in sostanza, quanto previsto dalla Risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite, mai pienamente attuata. Su quella base, sebbene troppo fragile per incidere sulle cause profonde del conflitto, tenaci negoziatori hanno saputo inserire una dinamica positiva, anche rilanciando il ruolo della Missione Unifil delle Nazioni unite. La diplomazia conosce il valore prezioso dei piccoli passi. Quello compiuto in Libano ci porta a sperare di poter sperare per Gaza", ha precisato il Capo dello Stato. Secondo Mattarella, "occorre ottenere finalmente l’immediata liberazione degli ostaggi israeliani. Occorre porre fine alle disumane sofferenze della popolazione civile della Striscia e poter farvi giungere aiuti immediati. Ciò significa non limitarsi a soluzioni contingenti, pur se preziose in quanto permettono di salvare vite umane. Mediare non significa rinunciare a obiettivi ambiziosi". 

Ucraina, Mattarella: "Il sostegno all'aggressore da parte di altri attori allarma per deriva fuori controllo"

Il Capo dello Stato ha poi parlato anche della situazione in Ucraina. "La guerra in Ucraina sta per entrare nel suo terzo anno. In oltre 1000 giorni di conflitto la Federazione Russa ha fatto continuo ricorso a strumenti di morte contro la popolazione ucraina e le infrastrutture civili del Paese. L’ingresso in campo di altri attori che forniscono truppe all’aggressione, allarga il conflitto, suscita allarme anche in aree più remote rispetto al teatro di guerra, alimentando i timori di una deriva fuori controllo", ha spiegato Mattarella. "L’Italia, continuerà a lavorare affinché siano rispettati parametri essenziali, quali il rispetto del diritto internazionale; l’integrità territoriale ucraina; il principio della sicurezza nucleare; il rilascio dei prigionieri di guerra; la restituzione alle famiglie dei bambini ucraini rapiti e condotti in Russia; l’accesso sicuro ai porti del Mar Nero e del Mar d’Azov, anche a beneficio della sicurezza alimentare al livello globale", ha ribadito. "La pace richiede il contributo di tutti, in particolare delle potenze globali, perché globali sono le loro responsabilità e globali sono le conseguenze dell’aggressione alla legalità internazionale compiuto dalla Federazione Russa", ha sottolineato ancora il presidente della Repubblica, assicurando che "nel frattempo, l’Ucraina potrà contare sul nostro convinto sostegno militare, economico, diplomatico e umanitario, oltre che sulle garanzie che sono state inserite nell’accordo bilaterale con Kiev. La prospettiva europea è quella che gli Ucraini hanno scelto e su di essa sanno di poter contare sul sostegno dell’Italia". 

Mattarella: "Accompagnare alla definizione di un nuovo Stato siriano"

Sulla questione Siria, il presidente della Repubblica ha ribadito che "perseguire l'obiettivo, ravvicinato, della statualità palestinese significa offrire al popolo della Cisgiordania e di Gaza un traguardo di giustizia e una convincente prospettiva di speranza per il proprio futuro, irrinunziabile condizione anche per una finalmente solida garanzia di sicurezza per Israele". Secondo Mattarella, "con analoga tenacia occorrerà accompagnare la definizione dello Stato che sorgerà dalla nuova situazione siriana, sia dal punto di vista politico sia per quel che riguarda le conseguenze umanitarie". 

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