La regione più vecchia d’Europa al voto: cosa c'è da sapere sulle elezioni in Liguria

La certificazione è arrivata nel febbraio scorso. La Liguria è ufficialmente la regione più vecchia d’Europa. Secondo le statistiche di Eurostat aggiornate al 2023, l’età mediana degli abitanti delle due Riviere è la più alta della Ue: 52,1 anni. L’età mediana, ricordiamolo, è il numero che divide la popolazione di un territorio esattamente a metà: da una parte coloro che anagraficamente sono sotto quella soglia, dall’altra quelli che stanno sopra. E in questa classifica la Liguria guarda dall’alto tutte le 250 e passa aree equivalenti alle nostre regioni in cui statisticamente è suddivisa la Ue. Un primato continentale. Basterebbe questo a rendere le elezioni regionali che si terranno il 27 e 28 ottobre interessanti anche per chi non vive tra La Spezia e Ventimiglia. A suo modo, un modo che qualcuno definirebbe distopico, la Liguria rappresenta il futuro dell’Italia . Un mondo che deve modellare servizi e politiche di sviluppo per una popolazione con una quota sempre crescente di anziani e sempre decrescente di giovani: il 36,5% della popolazione ligure è over 60, più di uno su tre, gli under 18 sono il 14,1%, uno su 7. Questo mondo con vista sull’avvenire domenica e lunedì prossimi è chiamato a scegliere il Presidente della regione. Dai sondaggi all’economia ecco qualche numero per capire meglio che cosa è in gioco in una competizione che, come è stato scritto, ha già assunto un carattere nazionale. I sondaggi: testa a testa I contendenti innanzitutto. Da una parte Macro Bucci, candidato del centrodestra, già manager di multinazionale, sindaco di Genova al secondo mandato, l’uomo che ha guidato la ricostruzione record del Ponte Morandi. Rappresenta - pur senza sbandierarlo troppo - la continuità con 10 anni di governo del presidente Giovanni Toti con il quale in questi anni ha costituito un’intesa sia politica che personale. Dall’altra parte Andrea Orlando, centrosinistra, politico di professione, ex ministro della Giustizia, che propone la rottura rispetto al decennio di amministrazione dello schieramento avversario. Ha saputo raccogliere intorno a sé una colazione che se non proprio larga si può definire quantomeno ampia. Accanto ai due principali contendenti si sono presentati altri sette candidati, nessuno dei quali ha reali possibilità di vincere. Tuttavia, nell’eventualità di una corsa serrata, potrebbero essere decisivi togliendo porzioni di consenso ad uno dei favoriti. Un’eventualità non proprio remota. Per i sondaggi, infatti, quei pochi ufficiali, la partita è aperta. Stando agli stretti numeri, il candidato del centrodestra sembra leggermente favorito ma i distacchi emersi a ogni rilevazione si collocano tutti all’interno del margine di errore. Risultato: un pronostico realmente informato sembra impossibile. Il giudizio sul passato Incertezza estrema sull’esito, dunque. Meno sul nocciolo della contesa. Molto infatti ruota intorno al giudizio degli elettori sul governo della Regione di Giovanni Toti e della sua coalizione . Non a caso Orlando rivendica un salto rispetto al recente passato mentre Bucci evoca, come spauracchio, il ritorno di un passato un po’ meno recente, ovvero la Liguria “rossa” del lungo tempo che fu. In questa situazione negli Stati Uniti uno dei due candidati avrebbe posto agli elettori la fatidica domanda: state meglio o peggio di dieci anni fa? Qui in Italia possiamo chiederci come è cambiata la Liguria in questi dieci anni, ben sapendo che non tutto quello che accade all’interno dei confini regionali è merito o colpa di chi la amministra. Cominciamo dal turismo, per esempio. E’ anche uno dei punti di vanto dell’amministrazione uscente che ritiene di avere fatto della Liguria una terra più accogliente e di averne valorizzato le bellezze rendendola più attraente. Che dicono i numeri? Raccontano che dal 2015 in poi anche le Riviere, come tutto il resto dell’Italia, hanno beneficiato della crescita dei visitatori. Però hanno fatto meglio. Da quelle parti, si legge nei dati Eurostat, l’incremento dei turisti è stato maggiore sia rispetto alla media italiana sia rispetto al resto del nord ovest: oltre 800mila visitatori in più, una crescita di quasi il 20%. Più turisti significa, almeno sulla carta, più crescita economica. Negli ultimi 10 anni il Pil ligure è cresciuto, come ha sottolineato anche Marco Bucci poco dopo avere annunciato la sua candidatura. I liguri stanno dunque meglio? Può essere anche se secondo i dati Istat, tra il 2015 e il 2023 la crescita pro capite è risultata inferiore al resto d’Italia e alle regioni limitrofe: +5% contro circa il 10%. Non un grande risultato al confronto. Restando sull’economia, non si può non citare il fenomeno più rilevante di questi ultimi anni, l’inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto dei consumatori italiani ed europei . In Liguria però l’aumento dei prezzi ha picchiato più duro che da altre parti. L’indice della Regione si è impennato verso l’alto insieme a tutti gli altri con l’uscita dalla pandemia ma nel 2023 ha terminato la sua ascesa più in alto sia di quello complessivo italiano sia di quello del Nord Ovest. Per gli elettori, interrogati in proposito da un sondaggio, le capacità dei due candidati riguardo allo sviluppo economico sono pressoché pari. Secondo il 31% di loro, sarebbe Bucci il candidato in grado di garantire maggiore crescita della regione. Il 30% ha scelto invece Orlando. C’è poi il capitolo sanità che, come noto, rappresenta la fetta più grande di un bilancio regionale e l’area dove un Presidente e la sua amministrazione possono incidere maggiormente. Secondo un sondaggio di inizio settembre, il 41% degli elettori liguri lo ritiene il tema più importante subito dopo l’immigrazione. Non stupisce che sia uno degli argomenti di dibattito più caldi della campagna elettorale. Bucci ha promesso che risolverà il problema della liste d’attesa e favorirà l’apertura di nuovi ospedali. Orlando ha parlato di più attenzione alla prevenzione e maggiore tutela dei servizi essenziali. Un fatto è certo, chiunque governerà dovrà gestire un “rosso” imponente e intervenire per arrestare il fenomeno dell’emigrazione dei pazienti in altre regioni. Secondo i dati Agenas, negli ultimi anni i saldi economici per la mobilità interregionale sono peggiorati: si è passati dai meno 55 milioni del 2017 a quasi 70 milioni di euro, sempre in negativo, nel 2022 . Quanto ai cittadini, in una recente rilevazione il 32% di loro ritiene che Orlando sia il più adatto tra i candidati a risolvere il problema della sanità. Il 28% ha indicato Bucci. Anche in questo caso non sembra una differenza sostanziale. L’ombra dell’inchiesta Resta da vedere se e come questi numeri e la loro percezione avranno un ruolo nell'orientare le scelte degli elettori. O se invece la polarizzazoine degli elettori farà sì che la partita si giochi su chi riuscirà a portare al voto il maggior numero dei "suoi". Così come resta da vedere se in questo contesto di testa a testa avrà qualche impatto l’inchiesta che ha fatto sì che la Liguria vada al voto senza un Presidente eletto in carica. Giovanni Toti si è infatti dimesso il luglio scorso a seguito dell’indagine per corruzione che ha sconvolto la regione coinvolgendo, oltre a lui, il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, il noto imprenditore portuale Aldo Spinelli e il presidente dell’Autorità Portuale di Genova, Paolo Emilio Signorini. Toti, Spinelli e Signorini hanno tutti patteggiato pene tra i due e i tre anni. Peseranno queste sentenze sul voto? E in che modo? Impossibile dirlo. Per saperlo non resta che aspettare il 27 e il 28 ottobre prossimi quando la regione più vecchia d’Europa indicherà quale via verso il futuro ha deciso di percorrere.