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Settimana sociale dei Cattolici, Mattarella: “Libertà e democrazia mai opponibili”

Politica
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Il Capo dello Stato è intervenuto alla cerimonia d’apertura della 50esima Settimana Sociale dei cattolici in Italia: “Democrazia una bandiera, da non mortificare“, ha detto. Il cardinale Zuppi: “Mattarella custode e garante della democrazia e dei valori della nostra Repubblica e dell'Europa”

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto a Trieste alla cerimonia d’apertura della 50esima Settimana Sociale dei cattolici in Italia. Nel corso del suo discorso il Capo dello Stato si è soffermato su diversi passaggi, dall’ “alito della libertà” come “diritto all'opposizione" fino alla citazione di Norberto Bobbio per il quale non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti "in nome del dovere di governare". Prima del presidente della Repubblica è intervenuto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei: “Ringrazio Sergio Mattarella per la sua presenza che onora questa Settimana e lo ringrazio per il suo servizio di custode e garante della democrazia e dei valori della nostra Repubblica e dell'Europa”.

Mattarella: “Democrazia una bandiera, da non mortificare”

In apertura del suo discorso Mattarella ha detto: "Democrazia. Parola di uso comune, anche nella sua declinazione come aggettivo. È ampiamente diffusa. Suggerisce un valore. Le dittature del Novecento l'hanno identificata come un nemico da battere. Gli uomini liberi ne hanno fatto una bandiera. Insieme una conquista e una speranza che, a volte, si cerca, in modo spregiudicato, di mortificare ponendone il nome a sostegno di tesi di parte".  Il Capo dello Stato ha ricordato che la democrazia è "un tessuto che gli avversari della democrazia pretenderebbero logoro. L'interpretazione che si dà di questo ordito essenziale della nostra vita appare talora strumentale, non assunto in misura sufficiente come base di reciproco rispetto. Si è persino giunti ad affermare che siano opponibili tra loro valori come libertà e democrazia, con quest'ultima artatamente utilizzabile come limitazione della prima".

Mattarella: “Democrazia senz'anima è destinata a implodere”

"Alexis de Tocqueville affermava che una democrazia senz'anima è destinata a implodere, non per gli aspetti formali naturalmente, bensì per i contenuti valoriali venuti meno”, ha aggiunto Mattarella. "Intervenendo a Torino, alla prima edizione della Biennale della democrazia, nel 2009, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolgeva lo sguardo alla costruzione della nostra democrazia repubblicana, con la acquisizione dei principi che hanno inserito il nostro Paese, da allora, nel solco del pensiero liberal-democratico occidentale. Dopo la "costrizione" ossessiva del regime fascista soffiava "l'alito della libertà", con la Costituzione a intelaiatura e garanzia dei diritti dei cittadini. L'alito della libertà anzitutto come rifiuto di ogni obbligo di conformismo sociale e politico, come diritto all'opposizione".

Mattarella: “Nessuna restrizione in nome del dovere di governo”

Il Capo dello Stato ha detto che “è la pratica della democrazia che la rende viva, concreta, trasparente, capace di coinvolgere. Quali le ragioni del riferimento all'alito della libertà parlando di democrazia? Non è democrazia senza la tutela dei diritti fondamentali di libertà, che rappresentano quel che dà senso allo Stato di diritto e alla democrazia stessa". Il presidente della Repubblica ha aggiunto che “ci soccorre Bobbio quando ammonisce che non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti "in nome del dovere di governare". Una democrazia "della maggioranza" sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione, per la confusione tra strumenti di governo e tutela della effettiva condizione di diritti e di libertà".

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Mattarella: “No all'assolutismo di Stato, coscienza dei limiti”

"Tosato contestò l'assunto di Rousseau, in base al quale la volontà generale non poteva trovare limiti di alcun genere nelle leggi, perché la volontà popolare poteva cambiare qualunque norma o regola”, ha ricordato Mattarella. “Lo fece con parole molto nette: "Noi sappiamo tutti ormai che la presunta volontà generale non è in realtà che la volontà di una maggioranza e che la volontà di una maggioranza, che si considera come rappresentativa della volontà di tutto il popolo può essere, come spesso si è dimostrata, più ingiusta e più oppressiva che non la volontà di un principe". Un fermo no, quindi, all'assolutismo di Stato, a un'autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice. La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile di leale e irrinunziabile vitalità democratica".

Mattarella: “Esercizio democrazia non è aspetto procedurale“

”L’esercizio della democrazia, come si è visto, non si riduce a un semplice aspetto procedurale e non si consuma neppure soltanto con la irrinunciabile espressione del proprio suffragio nelle urne nelle occasioni elettorali”, ha aggiunto ancora il presidente della Repubblica. “Presuppone lo sforzo di elaborare una visione del bene comune in cui sapientemente si intreccino - perché tra loro inscindibili - libertà individuali e aperture sociali, bene della libertà e bene dell'umanità condivisa. Né si tratta di questione limitata ad ambiti statali". Il Capo dello Stato ha poi ricordato che “la democrazia non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento, ferma restando l'imprescindibilità della definizione e del rispetto delle "regole del gioco". Perché - come ricordava Norberto Bobbio - le condizioni minime della democrazia sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze".

Mattarella: “Tutti partecipino alla vita delle Istituzioni”

"Don Lorenzo Milani esortava a "dare la parola", perché "solo la lingua fa eguali". A essere alfabeti nella società. La Repubblica ha saputo percorrere molta strada, ma il compito di far sì che tutti prendano parte alla vita della sua società e delle sue istituzioni non si esaurisce mai. Ogni generazione, ogni epoca, è attesa alla prova della "alfabetizzazione", dell'inveramento della vita della democrazia.  Prova, oggi, più complessa che mai, nella società tecnologica contemporanea”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Battersi affinché non vi possano essere "analfabeti di democrazia" è una causa primaria, nobile, che ci riguarda tutti. Non soltanto chi riveste responsabilità o eserciti potere. Per definizione, democrazia è esercizio dal basso, legato alla vita di comunità, perché democrazia è camminare insieme".

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Zuppi a Mattarella: “Custode e garante democrazia”

Prima dell’intervento del Capo dello Stato, a parlare è stato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei: “Ringrazio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la sua presenza che onora questa Settimana e lo ringrazio per il suo servizio di custode e garante della democrazia e dei valori della nostra Repubblica e dell'Europa". Zuppi ha rivolto il suo saluto anche al presidente della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, alla città di Trieste, con le autorità civili e religiose - il prefetto Pietro Signoriello, il sindaco Roberto Dipiazza e il vescovo Enrico Trevisi -, ai rappresentanti delle Chiese e delle Comunità religiose, e "a tutti i partecipanti alla 50esima Settimana Sociale dei cattolici in Italia".

Zuppi: “Basta morti alle frontiere, niente muri ma ponti”

"I troppi morti ci ammoniscono a non accettare i semi antichi e nuovi di odio e pregiudizio. Non vogliamo che i confini siano muri o, peggio, trincee, ma cerniere e ponti!”, ha detto il cardinal Zuppi. “Lo vogliamo perché questo è il testamento di chi sulle frontiere ha perso la vita. Lo vogliamo anche per quanti, a prezzo di terribili sofferenze, si sono fatti migranti e chiedono di essere considerati quello che sono: persone! Il Vangelo ci aiuta a capire che siamo fatti gli uni per gli altri, quindi gli uni con gli altri. La nostra casa comune richiede un cuore umano e spiritualmente universale".

Zuppi: “Pericolo populismi, possono privarci della democrazia”

"L'Enciclica Fratelli tutti ci offre un orizzonte concreto, possibile, attraente, condiviso. Un unico popolo”, ha aggiunto il presidente della Cei. “Perciò, guardiamo con preoccupazione al pericolo dei populismi che, se non abbiamo memoria del passato, possono privarci della democrazia o indebolirla! La partecipazione, cuore della nostra Costituzione, consente e richiede la fioritura umana dei singoli e della società, accresce il senso di appartenenza, educa ad avere un cuore che batte con gli altri, pur tra le differenze", ha affermato.

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