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Trieste, laurea honoris causa a Mattarella: "Al mondo serve pace, Ue dia risposte"

Politica
©Ansa

“Il progetto europeo è più che mai imprescindibile e urgente, alla luce anche della brutale e ingiustificabile aggressione della Federazione Russa ai danni dell'Ucraina”, ha riferito il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'università di Trieste. Nel corso di una cerimonia in Aula magna, gli è stata conferita la laurea honoris causa in Giurisprudenza assieme all'ex presidente della Slovenia Borut Pahor

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È stato accolto da un applauso da parte degli studenti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella giunto questa mattina, intorno alle 10.45, all'Università di Trieste, poco dopo l'ex presidente della Slovenia Borut Pahor, per ricevere la laurea magistrale honoris causa in giurisprudenza. "Il mondo ha bisogno di pace, stabilità, progresso, e l'Unione Europea è chiamata a dare risposte concrete alle aspirazioni di quei popoli che guardano al più imponente progetto di cooperazione concepito sulle macerie del secondo conflitto mondiale”, ha riferito il presidente Sergio Mattarella, in Aula magna, dopo il conferimento della laurea. Riconoscimento che è stato assegnato anche  all’ex presidente sloveno, Borut Pahor, per il loro impegno in favore della pacificazione nelle terre delle foibe. I due si erano tenuti per mano dinanzi alla foiba di Basovizza nel luglio del 2020. Mattarella e Pahor sono stati accolti dal prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, oltre che dal rettore dell'Università, Roberto Di Lenarda, e dalla ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. 

Mattarella: “Progetto Ue sempre più urgente e imprescindibile”      

"Il progetto europeo è più che mai imprescindibile e urgente, alla luce anche della brutale e ingiustificabile aggressione della Federazione Russa ai danni dell'Ucraina. Ciò vale non solo nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia, ma soprattutto dei Paesi dei Balcani Occidentali che oltre venti anni addietro hanno iniziato questo impegnativo percorso di integrazione”, ha poi aggiunto il capo di stato.  

 

“Ue si nutre delle diversità, è la sua forza”

“La somma delle "minoranze" all'interno dei Paesi della Ue supera l'ampio numero di 50 milioni di concittadini europei. Lungo il percorso compiuto in questi trent'anni, Slovenia e Italia hanno saputo abbattere barriere e ostacoli, riuscendo a superare la nozione stessa di confine. Al suo posto c'è l'Europa, spazio comune di integrazione, di dialogo, di promozione dei diritti, di una cultura condivisa che si nutre delle diversità e ne fa punto di forza”, ha aggiunto per poi sottolineare: "L'Europa è, allo stesso tempo, sia il frutto dei processi di riconciliazione tra Paesi che durante la Seconda Guerra Mondiale avevano combattuto in schieramenti contrapposti, sia l'acceleratore delle indispensabili composizioni delle divergenze, retaggio del passato, e che abbiamo dimostrato di saper superare per costruire un effettivo e duraturo futuro di pace”. 

“Giorno del ricordo contro le contrapposizioni”

Il presidente Mattarella ha poi sottolineato come in questi anni, Slovenia e Italia, abbiano sviluppato “un dialogo costante e fruttuoso, alimentato dalla consapevolezza che la comune adesione e appartenenza alla casa europea e ai valori euro-atlantici rappresentino quell'elemento identitario che rafforza nei nostri Paesi lo sguardo verso il futuro”. “La riconciliazione con la storia non ci libera dal dovere di conoscerla e di ricordare, come Borut Pahor ha più volte sottolineato. Non conduce a letture di comodo del passato né relativizza le responsabilità di ciascuno, ma ci consente di coltivare sentimenti di rispetto per le sofferenze di ciascuno, in luogo di nutrire rancore e contrapposizione. Si iscrive in questo processo il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano nel 2004 e che richiama, in particolare, le sofferenze delle popolazioni istriane-giulianedalmate”, ha aggiunto il capo dello Stato. E ancora: "Ricordare gli avvenimenti, che hanno così profondamente inciso con dolore sulla vita delle popolazioni al confine orientale, significa anche rispettare i patimenti altrui", ha aggiunto.

“Con visita Foibe presente più forte del passato"

"Con la visita congiunta alla foiba di Basovizza e al monumento ai fucilati del Tigr, con il Presidente Pahor abbiamo voluto testimoniare che ciò che ci unisce oggi è più forte di quanto ci abbia separato in passato e che, insieme, sappiamo commemorare le vittime di quegli anni sanguinosi. Ci sono luoghi che nella storia assurgono a emblemi”, ha poi aggiunto, riferendosi all'incontro a Basovizza, sul Carso, nel 2020, in cui Mattarella e Pahor resero omaggio alle vittime delle Foibe tenendosi per mano. “La restituzione del palazzo del "Narodni Dom" alle associazioni della minoranza slovena in Friuli Venezia Giulia sancita in occasione del centesimo anniversario del suo incendio, e ringrazio questa Università per il rilevante contributo arrecato, rappresenta la presa d'atto di una maturazione, in una giornata storica, come la definì il Presidente Pahor, che afferma altresì il reciproco impegno per la tutela e la promozione delle minoranze, in ossequio, per quanto ci riguarda, alla nostra Costituzione e alla Carta Europea dei diritti fondamentali".

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“Nazionalismi esasperati 900 hanno sconvolto l'Europa”

 

Poi la denuncia ai nazionalismi. "Le ferite causate dalle tragedie del Novecento non si possono cancellare. Le guerre combattute senza alcun rispetto per le popolazioni, le violenze e gli esodi, hanno colpito e sconvolto l'Europa, in balia di una lotta combattuta da nazionalismi esasperati. La Seconda Guerra Mondiale, che quei nazionalismi hanno scatenato, ha distrutto la vita di milioni di persone nel nostro continente, ha disperso famiglie, forzato a migrazioni”, ha aggiunto.

“Università libere, anche nel dissenso al potere”

 

Il presidente Sergio Mattarella ha anche parlato delle agitazioni nelle università. “Le Università sono sempre state luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere - ha riferito -. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i Paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli stati. Se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica e del dissenso. Si aiuta il potere, quello peggiore, che ha sempre cercato di tenere isolate le università del proprio paese, di impedirne il collegamento con quelle oltre confine”.

 

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