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Stupro di Caivano, Meloni: "Presto sarò lì, il governo offrirà sicurezza alla popolazione"

Politica
©Ansa

La premier ha spiegato in Cdm che l'esecutivo punta a "bonificare" l'area dove sono avvenuti gli abusi, sottolineando che "per la criminalità non esistono zone franche". Il ringraziamento di don Patriciello, che aveva invocato una visita da parte della presidente del Consiglio

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si recherà a Caivano, raccogliendo l'invito di don Maurizio Patriciello dopo gli abusi di gruppo sulle due cuginette. Lo ha detto la stessa premier nel corso del Consiglio dei ministri che ha segnato la ripresa delle attività dell'esecutivo dopo la pausa estiva.

 

 

"Il governo bonificherà l'area"

Il governo punta a "bonificare l'area" di Caivano dove sono avvenuti gli stupri, ha detto Meloni, sottolineando che "per la criminalità non esistono zone franche". Annunciando l'intenzione di "accogliere l'invito di don Patriciello a recarmi sul posto", Meloni ha precisato che la sua "non sarà una semplice visita: offriremo sicurezza alla popolazione". La premier ha anche aggiunto che il centro sportivo in stato di abbandono "deve essere ripristinato e reso funzionante il prima possibile".

Don Patriciello: "Grato alla premier per la disponibilità"

A stretto giro, è arrivata la risposta di don Patriciello. "Ringrazio Dio e ringrazio la Meloni", ha detto il parroco dopo aver appreso che la volontà della premier di recarsi al Parco Verde di Caivano. "Ringrazio la presidente del Consiglio che ha accolto il mio invito. Ha mostrato sensibilità. Da credente ringrazio il Signore che ci dà la forza di andare avanti e di non arrenderci".

Mamma vittima Caivano alla premier: "Ci porti via dall'inferno"

Una lettera indirizzata a Giorgia Meloni per chiedere una legge ad hoc in grado di proteggere vittime di violenze, pedofilia e prostituzione e le loro famiglie: a scriverla è la mamma di una delle due bambine vittime degli stupri a Caivano che, insieme al suo avvocato Angelo Pisani, rivolge alla premier un accorato appello: "Presidente, siamo nelle sue mani: ci porti via da questo inferno". "La aspettiamo - scrive la donna - per farle vedere gli orrori e il degrado di queste periferie, qui non c'è solo criminalità, droga e camorra, spesso alibi della politica nel non risolvere i problemi, ma pedofilia, violenza e prostituzione".

 

 

 

 

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