Giustizia, Nordio: ora tempistiche separazione carriere. Concorso esterno, governo diviso

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Il Guardasigilli ha annunciato che nella prossima riunione di maggioranza verrà calendarizzata la proposta che vuole separare il corpo della magistratura tra chi indaga e chi giudica. Critica l’Anm, che ritiene questa riforma “pericolosa per la democrazia, perché rischia di mettere l’azione penale sotto il controllo politico”. Il ministro vuole anche “una norma ad hoc" sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Tajani e Salvini: “Non è la priorità”

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"Attualmente non abbiamo calendarizzato la proposta della separazione delle carriere. Probabilmente la porteremo nella prossima riunione di maggioranza, che sarà prima delle vacanze estive, per definire le tempistiche, perché una proposta governativa che incida su una riforma costituzionale dev'essere collegata ad altri tipi di riforme che dipendono anche da considerazioni di ordine politico". A dichiararlo è il ministro della Giustizia Carlo Nordio a Torino, intervenendo in video collegamento a un convegno in ricordo dell'avvocato Vittorio Chiusano. Sul tema era intervenuta già in mattinata l’Associazione Nazionale Magistrati, esprimendosi a sfavore di questa riforma. “Fare dell'azione penale un'azione discrezionale, e poi certamente prima o poi sotto il controllo politico, la vediamo una cosa pericolosa per la democrazia”, aveva dichiarato a “Radio Anch'io” il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia. Intanto, sempre sul tema giustizia, la maggioranza è divisa sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa: il Guardasigilli vuole “una norma ad hoc", per i ministri e vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini "non è la priorità”.

L’opinione del governo

Il tema giustizia è certamente molto sentito all’interno della maggioranza di governo. “Spero che si inizi nel più breve tempo possibile”, ha esortato Nordio, sottolineando come vi sia “una seconda opinione che ritiene che la separazione delle carriere, così come la modifica del Csm, possano essere fatte con leggi ordinarie". Per questa ragione, anche se “sarebbe molto bello poter procedere con le riforme abbreviate della legge ordinaria, dal mio punto di vista per avere una riforma realmente radicale, sia per la separazione delle carriere sia per la composizione della nomina del Csm, occorre una revisione costituzionale”. In merito alle critiche, poi, il ministro della Giustizia ha usato parole chiare: “Quello che mi dispiace è che le polemiche molto spesso, per non dire sempre, non sono fondate su argomenti razionali e su principi chiari, ma generalmente su reazioni emotive o addirittura su preconcetti. La nostra intenzione è quella di realizzare il progetto di Gerardo Vassalli di un modello accusatorio di tipo anglosassone”. Un tema sul quale si è espresso anche Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia. “La riforma della Giustizia per Forza Italia non deve apparire come un tema di contrapposizione tra politica e magistratura. La riforma deve essere fatta a favore dei cittadini perché il dna di FI è garantista", ha dichiarato su La7.

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L’opinione dell’Anm

Tra le voci contrarie a questa riforma c’è quella dell’Associazione nazionale magistrati, che spiega le ragioni del suo no. “La separazione delle carriere è una riforma che apre ad altre, perché dalla separazione dovrebbe poi seguire la discrezionalità dell'azione penale. Un pm separato dalla giurisdizione e quindi fuori da quei meccanismi di compensazione e di controllo che prevede la Costituzione, lo lasceremo da solo o ci sarà qualcun altro che ambirà al controllo sull'azione penale? E quello non potrà che essere il controllo politico”, evidenzia Santalucia, che infine fa presente come sia inopportuno pensare di trasferire modelli stranieri nel contesto italiano, come vorrebbe fare il Guardasigilli. “Non si può fare comparazione con altri Paesi trasportando modelli istituzionali da un Paese all'altro, perciò bisogna stare molto attenti. In Italia bisogna tenere conto di una tradizione e di un modo in cui sono impostate le relazioni politico istituzionali”, ha aggiunto Santalucia.

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Il nodo del concorso esterno

Tra i nodi su cui si discute, c’è anche quello del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. "Non c'è alcun cedimento sulla lotta alla mafia. Anzi. Ma la stessa parola concorso esterno è un ossimoro. Perché o si è dentro o si sta fuori e concorrere dal latino vuole dire stare dentro. Non significa non punire alcune attività, ma ciò va fatto in una norma certa ad hoc", ha detto Nordio. In un'intervista al Corriere della Sera ha aggiunto che quel reato "va tipicizzato con una norma ad hoc". Sulla questione sono intervenuti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. "La priorità per Forza Italia è la separazione delle carriere. Sul concorso esterno da un punto di vista giuridico credo abbia ragione il ministro Nordio, poi si vedrà come procedere. Ne parleremo", ha detto Tajani. "Questa non è la priorità. Serve una riforma della Giustizia urgente, efficace e condivisa, non contro nessuno, ma coinvolgendo tutti, magistrati compresi, sperando che nessuno sia bloccato dall'ideologia", gli ha fatto eco il leader della Lega. Santalucia, presidente dell’Anm, ha invece commentato: "Sul concorso esterno in associazione mafiosa quello che dice il ministro è vero se riferito a un passato che ormai è abbastanza lontano. Gli sforzi di tipizzazione sono stati fatti e hanno trovato un esito ormai stabile nella giurisprudenza. Tirar fuori una questione sul concorso esterno che pare essere aldilà dell'ordine riformatore del governo mi sembra fare accademia. Quindi parlare di qualcosa che non è nell'agenda politica mi sembra un po' un esercizio tecnico. Potremmo discuterne a lungo ma quello che mi sento di dire oggi è che le preoccupazioni di una norma che non ha i suoi confini ben chiari sono infondate: sono anni che la giurisprudenza ha individuato gli strumenti per dare certezza a questa norma".

Informativa urgente sul caso Cospito del Ministro della Giustizia Carlo Nordio alla Camera dei Deputati
Roma, 01 febbraio 2023. 
ANSA/FABIO CIMAGLIA

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