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Riforma della Giustizia, ecco la bozza del Governo Meloni

Politica

Alessandro Taballione

Il governo accelera sulla riforma della giustizia, e già dal prossimo Consiglio dei Ministri discuterà di modifiche sostanziali sul fronte della pubblicazione delle intercettazioni, il reato di abuso d'ufficio e traffico di influenze. Prevista nella bozza anche l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Proteste da parte dell'Associazione Nazionale Magistrati

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Se n'è andato Silvio Berlusconi. Arriva la riforma della giustizia del governo. Dovrebbe essere sul tavolo del prossimo Consiglio dei Ministri il disegno di legge firmato da Carlo Nordio, che da settimane disegna un cambiamento che il Guardasigilli definisce "garantista e liberale".
Ecco le principali novità che il governo discuterà a Palazzo Chigi nelle prossime ore.

Stop abuso d'ufficio

Se le bozze saranno confermate, sparirà il reato di abuso d'ufficio.  Verrà dunque cassato L'articolo 323 del codice penale che punisce gli ammistratori locali, anche in considerazione del fatto che il 95% dei casi porta ad assoluzione o archiviazione. 
Il governo ritiene che questa sia la chiave per cancellare la "paura della firma" più volte denunciata dagli amministratori locali. Da parte loro però, i comuni, sottolineano di non aver mai chiesto la cancellazione della norma, ma una sua riformulazione. Contro questa ipotesi di cancellare il reato, si sono dichiarati anche i magistrati 

 

 

Stretta su intercettazioni

Nessun limite alla possibilità di compiere intercettazioni. Ma stretta, forte, sulla possibiltà di pubblicarle.  Sarà vietato infatti diffonderle a mezzo stampa se non sono contenute in uno dei provvedimenti dei giudici, che insieme ai pm dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini.

 

No appello se assolti

Nella bozza si prevede anche che il pm non potrà più presentare appello contro le sentenze di assoluzione relative a reati di contenuta gravità. Rimane la facoltà invece per i reati più gravi. Resteranno dunque appellabili da parte del pubblico ministero le decisioni di assoluzione per i reati più gravi, compresi tutti quelli contro la persona che determinano particolare allarme sociale, tra i quali sono ricompresi i reati cosiddetti da codice rosso

Riguardo al mandato di custodia cautelare la decisione finale non spetterà più solo al gip, ma a 3 giudici. 

 

Traffico di influenze

Infine, sul reato di traffico di influenze, il governo intende mettere una definizione più puntuale dei comportamenti illeciti, limitandolo a condotte particolarmente gravi e innalzando la pena da un anno ad un anno e 6 mesi.

Nel progetto del ministro Nordio, questo è solo il primo step. In Autunno ci dovrebbe essere una discussione sui reati della pubblica amministrazione, sembra richiesta dalla responsabile giustizia della Lega Giulia Bongiorno. Poi il grande moloch costituzionale dellla separazione delle carriere e la riforma del CSM. Su quello l'accordo ancora non c'è.
Ma l'intenzione è andare avanti e provarci. Nel segno, e nel solco, di Silvio Berlusconi.

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