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"Numeri - La sfida del voto", il reddito di cittadinanza divide i partiti

Politica
Ipa/Sky TG24

Sulla misura a sostegno delle persone in difficoltà e in cerca di lavoro si continua a discutere. Nel 2021 è costato allo Stato 8,8 miliardi di euro ma finora solo il 4,2% dei beneficiari ha trovato lavoro. Gli schieramenti politici pensano a come modificarlo, ma ognuno in modo differente. Questi i temi al centro della puntata del programma di Sky TG24 dedicato alle elezioni, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18:30

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Il reddito di cittadinanza continua a dividere i partiti. Intanto, guardando ai dati, da inizio 2022 fino a oggi sono state 1,5 milioni di persone a riceverlo. Lo scorso anno per la misura sono stati spesi 8,8 miliardi di euro dallo Stato. Ogni famiglia ha percepito in media 582 euro al mese, ma solo il 4,2% dei beneficiari finora ha trovato lavoro. Gli schieramenti politici pensano quindi a modificarlo per eliminare i difetti emersi, ma le proposte sono varie e diverse. Questo il tema principale al centro della terza puntata di “Numeri – La sfida del voto”, nuovo format di Sky TG24 dedicato alle imminenti elezioni politiche, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18.30  (LO SPECIALE DI SKY TG24 – TUTTI I VIDEO).

I numeri sul reddito di cittadinanza

Nel 2021 il reddito di cittadinanza è costato quasi 9 miliardi, ma un altro dato inoppugnabile ricordato dall'Istat nel rapporto annuale 2022 è che le misure di sostegno economico erogate nel 2020, in particolare il reddito di cittadinanza e d'emergenza, hanno permesso a 1 milione di individui di non trovarsi in povertà assoluta. L'Istituto di statistica ha quindi confermato che come sostegno per chi è fragile dal punto di vista economico, il meccanismo funziona. La Commissione Saraceno mostra in un grafico come la misura abbia colmato un buco nel welfare: nel 2017 l'Italia era in fondo alla classifica per gli aiuti pubblici di vario tipo, nel 2019 con il reddito di cittadinanza il Bel Paese si è spostato qusi in cima alla lista. 

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Dove però l'Rdc non funziona a sufficienza è nel trovare un'occupazione alle persone che ne usufruiscono. A fine 2021 il 70% dei beneficiari continuava a percepire il reddito di cittadinanza dal 2019: del totale, i reali occupabili sono solo il 20% perché è difficile che gli altri possano essere immessi immediatamente nel mondo del lavoro per varie ragioni, come assenza di competenze o mancanza di esperienze lavorative.

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I programmi dei partiti per modificare il reddito di cittadinanza

Tutti i partiti concordano sostanzialmente che qualcosa sul funzionamento del reddito di cittadinanza vada cambiato. Il centrodestra si divide tra il riformare la misura o abolirla del tutto. La Lega per esempio vuole mantenerlo per chi non può lavorare, modificando gli importi per Regione in base al costo della vita da territorio a territorio, e affidandolo ai Comuni. A coloro che invece possono lavorare, andrebbe dato un ammortizzatore sociale e dei corsi di formazione. Forza Italia si concentra invece sul ridurre la platea dei beneficiari per poter destinare 4 miliardi di euro all'aumento delle pensioni. Giorgia Meloni usa la parola "abolirlo" per introdurre un nuovo strumento che tuteli over 60, disabili e famiglie con figli. Il Partito Democratico vorrebbe invece aumentare gli importi alle famiglie numerose, che oggi sono svantaggiate riguardo al reddito di cittadinanza rispetto ai single, eliminare i disincentivi al lavoro e ridurre il requisito minimo di 10 anni di residenza in Italia. Il Movimento 5 stelle parla di rafforzamento e monitoraggio delle strutture anti frode. Il Terzo Polo vorrebbe consentire alle agenzie private di affiancare i centri per l'impiego, togliere il sussidio dopo il primo rifiuto di un'offerta di lavoro e perdita parziale dell'importo dopo due anni. 

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Tornando ai numeri sul reddito di cittadinanza, l'importo medio mensile è arrivato a 582 euro, c'è però una forbice che permette di arrivare fino a 1.200 per le famiglie numerose con affitto e altre spese. I nuclei familiari che attualmente stanno percependo l'Rdc sono 1 milione e mezzo che significa 3 milioni di persone coinvolte, compresi i familiari. La geografia dei beneficiari è asimettrica: su un indice di "ogni 1.000 abitanti", si va dall'1,4% di persone coinvolte in Trentino Alto Adige fino a percentuali molto alte nelle regioni del Sud come il 16% in Campania e cifre simili anche in Sicilia e Calabria. Riguardo all'importo, se si prende un single senza figli, il reddito di cittadinanza in rapporto allo stipendio mediano è più generoso degli analoghi che ci sono per esempio in Francia, Spagna e Regno Unito, ma se prendiamo una coppia con due figli, in Italia è come se avesse un quarto dello stipendio di una coppia di lavoratori.

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