Dopo il voto del Senato che ha bocciato il disegno di legge Zan dovranno trascorrere sei mesi prima che si possa tornare a discutere un testo sullo stesso argomento. Probabile dunque che debba essere il prossimo Parlamento a occuparsene
Punto e a capo. Se ne riparla nella prossima legislatura. Lo stop di sei mesi imposto in Senato al ddl Zan ha come effetto che difficilmente questo parlamento potrà approvare nuove norme sul tema. Non ci sono i tempi. E non ci sono le condizioni politiche: nonostante il voto favorevole della Camera al ddl Zan nel novembre scorso manca un consenso ampio su un minimo comune denominatore.
Il lavoro fatto fin qui: il ddl Zan e le altre proposte
Le proposte finora presentate dal campo del centrosinistra erano tutte, in diversi momenti, confluite nel disegno di legge Zan. Come quello presentato dalla senatrice cinque stelle Alessandra Maiorino. O come quello di Ivan Scalfarotto esponente di Italia viva: testo che si componeva di un solo articolo che proponeva di aggiungere ai crimini d’odio e all’elenco delle aggravanti anche le discriminazioni basate «sull’omofobia o sulla transfobia»: il testo non faceva riferimento all'identità di genere. E Italia viva aveva ripresentato quella stessa impostazione proponendo alcuni emendamenti al ddl Zan per facilitarne l'iter al senato: emendamenti però bocciati dal pd.
La proposta del centrodestra di governo
Resta depositata in commissione giustizia al Senato la proposta del centrodestra firmata dalla forzista Licia Ronzulli e da Matteo Salvini. Che ora il centrodestra rilancia. Il testo propone una modifica all’articolo 61 del codice penale, introducendo le aggravanti legate a etnia, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale e disabilità. Gli altri due articoli, invece, descrivono «l’apparato repressivo, attraverso la predisposizione di un sistema di “blindatura”», che limita, cioè, «il potere del giudice di bilanciare tale aggravante con eventuali attenuanti»
Ma una legge ancora non c'è
Impianto ritenuto insufficiente e sbagliato dal Pd. Alessandro Zan padre della legge naufragata in Senato è convinto che due anni di discussione abbiano rafforzato la consapevolezza che una legge è necessaria. E ricorda che siamo uno dei pochi paesi in Europa a non avere una legge sui diritti civili.