Polemica sul comizio in piazza, Conte risponde a Fedez su Instagram. VIDEO

Politica

Il leader del M5S ha risposto al cantante che si è lamentato per le restrizioni al settore della cultura e dello spettacolo, mentre ai comizi politici le piazze sono piene di gente. "Non va bene - ha detto l'ex premier - dobbiamo ripartire tutti insieme"

"Buongiorno Fedez, mi rivolgo a te e agli artisti che, come te, in queste ore state lamentando le restrizioni per la cultura e lo spettacolo, mentre invece gli incontri della politica avvengono con piazze gremite di gente", inizia così la replica del leader del M5S Giuseppe Conte su Instagram al cantante che aveva polemizzato sugli affollamenti durante i comizi nonostante il periodo di pandemia da Covid-19. "Sono pienamente d'accordo con voi", ha scritto l'ex presidente del Consiglio a corredo del video che ha pubblicato sul suo profilo.

Le parole di Conte

"Non va bene e infatti sono quattro o cinque giorni che lo sto dicendo in tanti punti stampa. Dobbiamo ripartire tutti insieme e la filiera della cultura, dello spettacolo ma anche degli eventi sportivi che ha tanto sofferto, deve poter ripartire". Sono queste le parole usate nel video da Conte che aggiunge "non va bene portare la capienza all'80%, dobbiamo portarla al 100%. Dobbiamo ripartire forti, dobbiamo ripartire tutti insieme".

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Le polemiche sui comizi

Oltre a Fedez, sono stati vari gli artisti che hanno criticato o si sono lamentati per le restrizioni sulla capienza anti Covid-19 che sembrano valide per gli spettacoli, ma non quando si tratta di incontri politici. Da Salmo a Ermal Meta che si è chiesto: "Quindi da domani le capienze degli spettacoli in generale tornano alla normalità?". Fedez, come anche Enrico Ruggeri, ha attaccato proprio il comizio di Giuseppe Conte. In una serie di Stories su Instagram il cantante ha scritto che "se da una parte il Ministero dei Beni Culturali e il Governo non fanno nulla. Dall’altra veniamo deliziati da queste immagini festose che rappresentano un vero e proprio schiaffo in faccia per intere famiglie che per voi evidentemente sono inesistenti. La vostra propaganda non può venire prima delle persone. Quando parliamo di concerti e di spettacoli non stiamo parlando di stronzate di poco conto ma parliamo di più di 200mila lavoratori falcidiati da due anni di immobilità quasi totale e politiche assenti. C’è un intero settore in ginocchio da due anni, dimenticato da tutti". 

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