M5s, su Rousseau si vota sul "mandato zero" e sulle alleanze locali

Politica

Sulla piattaforma gli attivisti del Movimento dovranno decidere se considerare, ai fini della regola sul doppio mandato, se è da conteggiare l'esperienza da consigliere comunale. L'ok darebbe in sostanza il via libera alla ricandidatura di Virginia Raggi a sindaca di Roma. L'altro voto riguarda la possibilità di allearsi a livello comunale con i partiti tradizionali

Il Movimento 5 stelle torna su Rousseau per porre due quesiti ai propri sostenitori: uno relativo alla modifica del cosiddetto "mandato zero" per i consiglieri comunali e il secondo relativo a eventuali alleanze a livello comunale con i partiti tradizionali. Gli attivisti pentastellati possono votare sulla piattaforma di democrazia diretta del Movimento dalle 12 di oggi, giovedì 13 agosto, alle ore 12 di venerdì 14 agosto. La decisione di ricorrere a Rousseau arriva dopo l'endorsement del garante Beppe Grillo alla ricandidatura di Virginia Raggi a sindaca di Roma. Il primo quesito infatti è in sostanza una richiesta di autorizzazione alla sua ricandidatura: agli attivisti viene chiesto se considerare nulla, ai fini del conteggio del mandato, la sua precedente esperienza come consigliera comunale. Le regole del Movimento infatti fissano il tetto massimo dei due mandati: Raggi è stata eletta consigliera comunale nel 2013 e prima cittadina nel 2016.

Il quesito sulle alleanze

Sulle alleanze, il M5s chiede agli iscritti se, nei Comuni, ci possano essere coalizioni con il Pd, magari con candidati sindaco del Movimento 5 Stelle o civici. In sostanza si tratta di una autorizzazione generale a sottoscrivere intese con il Pd a livello amministrativo: un tema da affrontare anche alla luce di un'incontro di Beppe Grillo con il sindaco di Milano Beppe Sala, che potrebbe aprire eventuali futuri accordi tra i dem e i pentastellati in 5 città.

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"Nell'ottica di semplificare e di rendere più flessibili le nostre regole interne", ha spiegato il capo politico del M5S Vito Crimi, "intendo sottoporre alla decisione degli iscritti la proposta di stabilire che un mandato da consigliere comunale deve intendersi come escluso dal computo dei due mandati, in qualunque momento esso sia svolto". Crimi ha puntualizzato: "Voglio essere chiaro: un eventuale cambiamento non è da intendersi come una deroga o passo indietro sui nostri principi (per noi la politica sarà sempre essere al servizio dei cittadini e del Paese e non per se stessi), ma il riconoscimento di una realtà di fatto, che può aiutarci a crescere, maturare e migliorarci".

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