Consulta, illegittimo escludere i richiedenti asilo dall’anagrafe

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La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo quanto scritto nel primo decreto Sicurezza n. 113/2018 all’articolo 13. La sentenza ha stabilito che una misura del genere non fa che discriminare una particolare categoria di stranieri, diminuendone anche le capacità di controllo e di monitoraggio

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo quanto scritto nel primo decreto Sicurezza n. 113/2018. In particolare, la Consulta ha detto no a quanto contenuto nell’articolo 13: l'esclusione dei richiedenti asilo dall’iscrizione all’anagrafe. La sentenza ha stabilito che una misura del genere non fa che discriminare una particolare categoria di stranieri senza garantire alcuna sicurezza, perché finisce soltanto col limitarne il monitoraggio. Nell'accordo politico trovato nelle scorse ore tra la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e gli esponenti della maggioranza su un nuovo testo che superi i Decreti sicurezza di Matteo Salvini, questo punto è superato: si prevede, infatti, la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all'anagrafe comunale (LE NOVITA'). 

Legge discriminatoria e poco sicura

Nella motivazione della sentenza n.186, depositata oggi a firma di Daria de Pretis, si legge che l'esclusione dei richiedenti asilo dall'iscrizione anagrafica, invece di aumentare il livello di sicurezza pubblica, finisce col limitare le capacità di controllo e di monitoraggio dell'autorità pubblica su persone che soggiornano regolarmente nel territorio statale, anche per lungo tempo, in attesa della decisione sulla loro richiesta di asilo. Quello stesso articolo 13, aggiunge la Consulta, è anche discriminatorio: per la Corte Costituzionale, infatti, negare l'iscrizione all'anagrafe a chi dimora abitualmente in Italia significa trattare in modo differenziato e indubbiamente peggiorativo, senza una ragionevole giustificazione, una particolare categoria di stranieri.

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