In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Coronavirus, Zaia: "In Veneto una banca del plasma dai pazienti guariti"

Politica

Il governatore del Veneto: “Risultati incoraggianti dai dati dei primi 12 pazienti curati. Scienziati in disaccordo? Mi fido di più di chi cura i malati e ho l’obbligo morale di capire se questa cura funziona”

Condividi:

Il governatore del Veneto Luca Zaia spinge per gli esami sierologici e la terapia al plasma per arginare il Coronavirus e si rivolge alle 3.600 persone guarite da Covid-19 nella regione per creare “una grande banca del sangue”  (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - GRAFICHE). Secondo il ministero della Salute “l'uso del plasma da convalescenti come terapia per il Covid-19 è attualmente oggetto di studio in diversi paesi del mondo, Italia compresa”, ma “questo tipo di trattamento non è da considerarsi al momento ancora consolidato perché non sono ancora disponibili evidenze scientifiche robuste sulla sua efficacia e sicurezza”.

“Risultati incoraggianti su primi 12 pazienti”

Zaia vuole comunque provarci: “Siamo stati i primi - ha detto - a partire con i test sierologici. E’ un progetto di alto valore scientifico che ha risvolti clinici. I dati dei primi 12 pazienti curati, che saranno inviati all'Istituto Superiore di Sanità - ha aggiunto - hanno avuto esiti incoraggianti. Faccio ora appello a quei pazienti guariti, al loro senso civico, di donare volontariamente il sangue".

approfondimento

Coronavirus Italia, le Faq del governo sulla “fase 2”. FOTO

“Divergenze scienziati? Mi fido di chi cura i malati”

Sulla differenza di opinioni tra gli scienziati sulla validità della cura attraverso il sangue, il governatore ha aggiunto: "Al di là delle grandi teorie di tanti, che non vanno neppure in ospedale, io mi fido di più di chi ha il paziente a fianco e lo sta curando. C’erano scienziati - ha continuato - che asserivano che non serviva l'uso della mascherina. Ho sentito scienziati che dicevano che questa sarebbe stata un simil-influenza, che dicevano che qui in Italia il virus non sarebbe mai arrivato, altri che sarebbe stato non fondamentale dotarsi di tampone e così via".