Il messaggio del presidente della Repubblica in occasione della Festa dei Lavoratori, quest’anno resa ancora più importante per l’emergenza coronavirus: “Le conseguenze mettono a rischio tanti posti di lavoro”. Sulla fase 2: “Non vanificare i sacrifici fatti fin qui”
“Viviamo questo Primo maggio con il pensiero all’Italia che vuole costruire il suo domani […] Attraversiamo un passaggio d’epoca pieno di difficoltà. Riusciremo a superarle”. È il messaggio di augurio e di speranza che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato agli italiani in occasione della Festa dei Lavoratori. “Non ci può essere Repubblica senza lavoro, come afferma solennemente il primo articolo della nostra Costituzione", spiega il Presidente.
Coronavirus mette a rischio posti di lavoro
Il messaggio del Primo Maggio, continua il Capo dello Stato, “va ribadito con determinazione nella attuale situazione, in cui la diffusione del virus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE- GRAFICHE) ha colpito duramente il nostro popolo, costringendoci, a un temporaneo congelamento delle attività. In Italia, come in tutto il mondo, le conseguenze della pandemia mettono a rischio tanti posti di lavoro. Risalta ancora di più, in questo contesto, il valore del lavoro e, in particolare l’opera svolta da medici, infermieri, altri operatori sanitari, farmacisti, con tanti fra di loro caduti nello svolgimento dei propri compiti. Il lavoro di Forze dell’Ordine, Forze Armate, operatori del settore della logistica e dei trasporti, della distribuzione, di filiere produttive essenziali, del sistema di istruzione, pur tra molte difficoltà, ha consentito, giorno dopo giorno, al nostro Paese di non fermarsi e di andare avanti, sia pure funzionando a velocità ridotta”.
Fase 2, sforzo di tutti, senza distrazioni o negligenze
“Appare finalmente possibile un graduale superamento delle restrizioni. Ora guardiamo alla ripresa: ad essa, vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze. A cominciare dal consolidamento dei risultati sin qui ottenuti nella lotta al virus, a un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito”. […] Non vanno resi vani i sacrifici fatti sin qui se vogliamo assieme riconquistare, senza essere costretti a passi indietro, condizioni di crescente serenità. So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilità dei nostri concittadini – manifestato, in questo periodo, in misura ammirevole dalla loro quasi totalità – perché, nelle nuove condizioni, ci si continui a comportare con la necessaria prudenza. Sono necessarie indicazioni - ragionevoli e chiare - da parte delle istituzioni di governo ma, oltre al loro rispetto, è soprattutto decisiva la spontanea capacità di adottare comportamenti coerenti nella comune responsabilità di sicurezza per la salute".
Impariamo a governare questo cambiamento
“A partire dal lavoro si deve ridisegnare il modo di essere di un Paese maturo e forte come l’Italia. La battuta d’arresto che abbiamo subìto spinge ad accelerare la strada verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti, cui possono con efficacia contribuire le importanti decisioni già assunte e in corso di definizione da parte dell’Unione Europea. Molto cambierà nella vita delle nostre società. Questo cambiamento andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusioni ma sia l’occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne, particolarmente acuti nelle aree del Mezzogiorno. Come il lavoro in nero o irregolare, da fare emergere per esigenza di giustizia e contro l’insopportabile sfruttamento”.