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Coronavirus, Palazzo Chigi: no allentamento misure prima del 3 maggio. Intesa con Regioni

Politica

Esecutivo ed enti locali avrebbero trovato un accordo per avere delle linee guida nazionali sulla riapertura delle attività produttive. Conte avrebbe chiesto collaborazione ai governatori per evitare fughe in avanti

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Nessun allentamento delle misure prima del 3 maggio, un piano che prevede una ripartenza in condizioni di massima sicurezza e un'intesa tra il governo e le Regioni per avere delle linee guida nazionali per la ripresa delle attività economiche quando sarà finito il lockdown per l'emergenza Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LE GRAFICHE). Questi ed altri temi, secondo quanto filtra da fonti di Palazzo Chigi, sono state al centro delle due riunioni che il premier Giuseppe Conte e alcuni ministri hanno avuto nella giornata di sabato: una con il capo della task force per la Fase 2 Vittorio Colao e con membri del comitato tecnico scientifico, l'altra con delegazioni degli enti locali (FOTO SIMBOLO – IN ARRIVO L’APP PER IL TRACCIAMENTO DEI CONTAGI I NUMERI DELL'ITALIA).

Palazzo Chigi: "Nessun allentamento misure"

"Le notizie filtrate circa l'apertura di attività produttive o l'allenamento di misure restrittive per lunedì prossimo - spiegano ancora fonti di Palazzo Chigi - sono prive di fondamento. Per la settimana prossima rimangono in vigore le misure già previste, che scadono il 3 maggio, e non è prevista nessuna modifica. Gli effetti positivi di contenimento del virus e di mitigazione del contagio si iniziano a misurare ma non sono tali da consentire il venir meno degli obblighi attuali e l'abbassamento della soglia di attenzione".

La riunione del governo con le Regioni

Le Regioni, alcune in forte pressing per la riapertura, hanno presentato un documento nel quale chiedono di "adottare linee guida nazionali lasciando autonomia alle Regioni per contemplare le singole specificità regionali in ordine agli aspetti relativi ai dati geografici, economici e sociali". Tra le richieste anche quella di "posticipare, rispetto alla prima fase della riapertura, la mobilità extraregionale". Ai rappresentanti di Regioni e Comuni, il premier avrebbe chiesto collaborazione per evitare basta fughe in avanti e annunci per riaperture accelerate.