Salvini: "Aborto non è sistema contraccettivo". Zingaretti: "Aggredisce le donne italiane"

Politica

Il leader della Lega torna sulla polemica nata dopo che ha parlato di “stile di vita incivile” riferendosi all’interruzione di gravidanza: “Bisogna combattere gli abusi”. Maiorino (M5S): “La 194 non si tocca”. Rossi (Pd): “Non ha pudore a raccontare bugie”

"Non metto in discussione il principio ma bisogna combattere gli abusi. Parlate con i medici, non con Salvini. Il nostro compito è prevenire: l'aborto non è un sistema contraccettivo". Così il leader della Lega Matteo Salvini torna sulla polemica generata ieri quando, parlando di aborto, ha detto: "Non è compito mio giudicare, è giusto che sia la donna a scegliere. Però non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile per il 2020". Affermazioni che hanno suscitato più di una reazione, tra cui quella del segretario del Pd Nicola Zingaretti su Twitter: “L'unica scelta incivile è mettere in discussione i diritti delle donne". Dura anche la replica della senatrice M5S Alessandra Maiorino: "L'unica cosa davvero incivile qui sono le parole del capo della Lega Salvini”. Il segretario del Carroccio, inoltre, ha parlato di casi di donne né "di Roma né di Milano", alludendo a una provenienza straniera, punto su cui arriva l’attacco del presidente dem della Toscana Enrico Rossi: "Pur di alimentare l'odio verso le immigrate e di presentarsi come il difensore degli italiani Salvini non ha pudore a raccontare bugie, alterare la realtà e piegarla come più gli comoda".

Zingaretti: "Salvini aggredisce le donne italiane"

"Matteo Salvini come al solito fa confusione, dice bugie è in questo caso aggredisce le donne italiane", dice Zingaretti a margine di un'iniziativa a Roma. "I problemi veri dell'Italia anche su questo, sono tanti e non mettere in discussione il diritto delle donne all'autodeterminazione ma mettere in campo politiche sulla natalità, che vuol dire tante cose. Vuol dire investire in consultori, in prevenzione, in assistenza alle famiglie, l'assegno unico per le famiglie, per i figli, intervenire sugli asili nido gratuiti e sull'aiuto alla natalità, perché sappiamo che è un paese a crescita zero".

Maiorino: “La 194 non si tocca”

Salvini, attacca Maiorino, “accusa apertamente le donne di ricorrere all'aborto come ad una tecnica anticoncezionale. Parole gravissime che strumentalizzano un tema doloroso come l'aborto per portare avanti discorsi ideologici e retrogradi”. E aggiunge: “Ma la 194 non si tocca, né ora né mai, e semmai, al contrario bisogna agire sullo spropositato numero di medici obiettori, che non consente l'erogazione di un servizio dovuto per legge".

Rossi: “Salvini non ha pudore a raccontare bugie”

"È assai improbabile che Salvini abbia detto la verità sul pronto soccorso e sugli aborti delle immigrate che vi si recherebbero, secondo lui, per interrompere la gravidanza addirittura fino a sei volte consecutivamente", dice Rossi su Facebook. La legge 194/1978 sull'aborto "impone che dopo una visita medica presso un pubblico ufficiale si debba attendere sette giorni prima di effettuare l'interruzione": al pronto soccorso "quindi si dovrebbero accettare solo i casi dove è a rischio la vita della donna". E ancora: se poi Salvini "voleva dire che i neri, i cinesi e altre etnie devono accedere al pronto soccorso solo dopo gli italiani, allora si tratterebbe di apartheid, di puro razzismo. Se invece si voleva attaccare la legge 194 allora si tratterebbe di oscurantismo e di maschilismo che vuole conculcare la libertà e i diritti delle donne”.

Hermanin (+Europa): il problema sono i troppi medici obiettori

E sulla vicenda interviene anche la vicesegretaria di +Europa, Costanza Hermanin, secondo cui “le vere emergenze in Italia sono la mancata applicazione della 194, a causa di una troppo diffusa incidenza di medici obiettori di coscienza anche nelle strutture pubbliche, e le leggi che generano l'immigrazione irregolare, altro che stili di vita incivili". Hermanin poi, citando uno studio dell'Istituto superiore di Sanità del 2017, osserva che “la proporzione di donne migranti che accedono alle strutture per l'interruzione volontaria di gravidanza è una conseguenza naturale della struttura demografica dell'immigrazione in Italia e delle condizioni di precarietà in cui queste donne vivono: mancanza di permessi di soggiorno, lavori non in regola e sfruttamento, determinate da politiche come quelle attuate da Salvini e dalla Legge Bossi-Fini”. “Ricordiamoci che l'interruzione volontaria di gravidanza è un diritto delle donne - conclude Hermanin - conquistato con dure battaglie, che ha determinato nel tempo una forte diminuzione degli aborti e una maggiore attenzione alla contraccezione, cosa che accadrebbe anche tra le donne immigrate se ce ne fossero le condizioni".

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