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Le Sardine scrivono al premier Giuseppe Conte: "In agenda Sud, sicurezza e dignità"

Politica

In una lettera-manifesto indirizzata al presidente del Consiglio, pubblicata da La Repubblica, il movimento suggerisce un elenco di priorità e si rende disponibile a "provare a sciogliere i nodi"

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"Noi di reti ci riteniamo abbastanza esperti e ci piacerebbe trovare con Lei i fili giusti, per tessere percorsi e provare a sciogliere nodi". Con queste parole, il movimento delle Sardine ha scritto una lettera-manifesto, ospitata da La Repubblica e rivolta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nel testo, firmato "6000 Sardine", gli attivisti, che hanno riempito le piazze di tutta Italia, suggeriscono un'agenda con delle priorità tra cui spiccano Sud, sicurezza e dignità (CHI SONO LE SARDINE - CHI È MATTIA SANTORI - RADUNO NAZIONALE).

"Non chiediamo riconoscimenti ma ascolto"

Specificando a Conte che il movimento "non ha nulla da insegnare" e non cerca riconoscimenti, le Sardine chiedono "ascolto": "Non siamo un partito e neanche un governo ma quella connessione che la politica va cercando da decenni e quell'abbraccio che per troppo tempo è mancato tra noi italiani. Siamo il ritorno alla partecipazione, ma non presentiamo conti da saldare" e "preferiamo i politici coraggiosi e lungimiranti a quelli che ogni giorno dicono di risolvere un problema".

I temi da mettere in Agenda

Per le Sardine tra i temi, o meglio i "fili" da mettere in Agenda si dovrebbe "partire dal Sud, un filo un po' maltrattato, ma che malgrado tutto conserva la sua dignità e aspetta solo di divenire rete, parte di un coraggioso e fiero intreccio finalizzato alla crescita e alla cura". Poi la "Sicurezza: sicurezza di un lavoro e sul lavoro, sicurezza di assistenza sanitaria, sicurezza di accesso ad un'istruzione di qualità". Infine, "il terzo filo si chiama Dignità della Democrazia, ed è quell'arteria vitale che ogni giorno, nella vita di ogni cittadino, collega la libertà al rispetto delle regole, la vita reale a quella virtuale, e che può aiutare a capire la differenza tra la politica con la P maiuscola e i suoi innumerevoli surrogati".

"Le parole sono importanti, siamo a disposizione"

"Non siamo esperti, né tuttologi, ma siamo a disposizione, prima di tutto come individui e poi con le tante competenze che abbiamo al nostro interno" e disponibili a essere "i primi a rinunciare a un'automobile se ci verrà proposta un'alternativa credibile, i primi a difendere le fasce fragili ed emarginate della popolazione quando lo Stato non riuscirà a farsene carico, i primi a investire se si scommetterà sull'innovazione e a lavorare se verranno assicurate le giuste garanzie sociali, i primi a pagare le tasse perché le abbiamo sempre pagate, ma anche i primi a lodare un servizio pubblico quando questo sarà all'altezza delle aspettative e proporzionale ai sacrifici richiesti per renderlo fruibile".