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Una carta d’identità per iscriversi sui social? Fa discutere la proposta dei renziani

Politica

Alberto Giuffrè

Luigi Marattin di Italia Viva lancia l'idea su Twitter: "Obbligare chiunque voglia aprire un profilo social a presentare un documento d’identità". Gli esperti: "Proposta dannosa, impraticabile e inutile"

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Obbligare chiunque voglia aprire un profilo social a presentare un documento d’identità? Fa discutere la proposta avanzata da Luigi Marattin di Italia Viva per contrastare le fake news, il bullismo online e gli insulti in Rete. Un’idea già avanzata in passato da altri partiti che viene però bollata come pericolosa, impraticabile e inutile da quasi tutti gli esperti del settore.

La proposta su Twitter

Tutto parte da twitter dove, proprio nel giorno in cui si festeggiano i 50 anni di Internet, il deputato renziano condivide un messaggio del regista Gabriele Muccino e annuncia: “Da oggi al lavoro per una legge che obblighi chiunque apra un profilo social a farlo con un valido documento d’identità”. Poi, aggiunge Marattin, “prendi il nickname che vuoi (perché è giusto preservare quella scelta) ma il profilo lo apri solo così”. 

La bocciatura degli esperti

“Siamo tutti d’accordo nel voler rendere Internet più pulita”, replica Paolo Attivissimo, giornalista ed esperto del settore: “Ma quello che lei propone è come cercare di pulire una fogna con uno scolapasta”. Lungo l’elenco di motivi contro il ddl: chi si occupa della raccolta dei dati? Chi li gestisce e come? Senza contare il fatto che su Internet è semplice trovare un qualsiasi documento finto o rubato in grado di aggirare l’eventuale divieto.

Il dibattito sull’anonimato

C’è anche chi sui social accoglie con entusiasmo la proposta ma in tanti sottolineano l’importanza dell’anonimato in Rete. Abolirlo, fa notare Fabio Chiusi, altro esperto in materia, “rende più difficile venire a conoscenza di violenze domestiche e di genere”. Di anonimato, in realtà, non sarebbe neanche giusto parlare dal momento che la polizia postale è già in grado di risalire a chi commette reati sui social network.

La proposta simile di Forza Italia

Nonostante la bocciatura degli esperti, Marattin tiene il punto e in un altro tweet scrive: “Come si arrabbiano eh, quando annunci di voler fare qualcosa per impedire che il web diventi la fogna che è diventato ma si mettano l'animo in pace, il limite è superato ed è ora di agire”. L’idea del deputato di Italia Viva in realtà non è isolata visto che anche il collega di Forza Italia Nazario Pagano aveva già presentato tempo fa una proposta di legge identica.

Gli insulti a Liliana Segre

Un tema, quello quello della violenza verbale sui social network, diventato negli ultimi giorni sempre più centrale. Proprio nei giorni scorsi Liliana Segre, la senatrice a vita sopravvissuta al lager di Auschwitz, ha raccontato di essere bersaglio di oltre 200 messaggi di odio al giorno. Ora si è fatta promotrice di una commissione parlamentare sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza. Una proposta che dovrebbe essere votata presto in Senato.