In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Flat tax dipendenti, Salvini: “Dal Mef numeri strampalati. Bastano 12-15 mld per partire”

Politica

Il vicepremier commenta la simulazione del ministero del’Economia secondo cui la misura costerebbe 59,3 miliardi. Per la Lega ne servirebbero solo un quarto per iniziare. Conte: "Porteremo a termine il progetto". Tria precisa: “Nessuna stima su riforma specifica”

Condividi:

Sulla flat tax per i dipendenti i numeri che circolano "sono strampalati”. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato con queste parole, a Rtl, la simulazione elaborata dal ministero dell'Economia sulla misura da estendere alle famiglie. Secondo un’ipotesi fatta al Mef la flat tax a due aliquote sul reddito familiare avrebbe un costo di 59,3 miliardi. "Non siamo al Superenalotto - ha detto il vicepremier - I numeri li contiamo con più precisione”. Per la Lega, infatti, servirebbero 12-15 miliardi. Intervenuto sulla questione, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato: "È un impegno preso con gli elettori e poi trasfuso nel contratto di governo. Ho sempre detto che quella fatta lo scorso anno era una significativa anticipazione di una piu' complessiva riforma". Intanto il ministro dell'Economia ha smentito l'esistenza di un'analisi sulla misura arrivata al Mef: "Nessuna stima sulla riforma specifica".

Conte: "Sicuramente porteremo a termine questo progetto riformatore"

"Oggi in Italia abbiamo un fisco iniquo e anche complesso - ha continuato Conte -  stiamo cercando di alleggerirlo e semplificarlo, sicuramente la riforma organica va completata". Ma sulle risorse necessarie per estendere la platea della flat tax ha precisato: "Se mi si chiedono i dettagli non ho sul tavolo un progetto riformatore. Ci stanno lavorando le forze politiche, i ministri competenti e vedremo tutti insieme. Sicuramente porteremo anche a termine questo progetto riformatore".

Salvini: “Stiamo facendo i conti”

"Stiamo lavorando anche per le famiglie - ha spiegato Salvini - stiamo facendo tutti i conti  del caso ma siamo convinti che se abbassi le tasse lo Stato poi incassa di più. È un investimento intelligente per il futuro. Con una cifra tra i 12 e i 15miliardi diamo un primo colpo sostanzioso e un abbattimento fiscale non a tutti ma a tanti. È l'inizio di un percorso, una rivoluzione epocale".

“Non vogliamo aumentare l’Iva”

Il ministro dell’Interno ha rassicurato sull’aumento delle tasse: “È l'ultima cosa da fare, anche se lo chiede l’Europa". Salvini ha poi aggiunto che sulle clausole di salvaguardia va fatta una riflessione. “Noi non abbiamo nessuna intenzione di aumentare l’Iva”.

Salvini: “Futuro siglato per 5 anni”

Il vicepremier ha infine parlato della tenuta del governo giallo-verde: “Non penso che al Governo ci siano c.… Con i Cinquestelle stiamo lavorando bene. Il mio futuro a livello nazionale l'ho siglato per 5 anni e non per 5 mesi. Da lì non mi sposto. Non ci sono lusinghe, sondaggi e promesse che tengono. Poi fra 5 anni ne riparleremo”. E ha rivolto un pensiero all’alleanza con gli altri partiti del centrodestra: “È chiaro che a livello locale c’è una tradizione di buon governo del centrodestra e probabilmente vinceremo in Basilicata anche domenica prossima ma non ho nostalgia del passato. Berlusconi è un grandissimo in tanti campi, è l'asse portante e il leader di Forza Italia”.

Siri: “Flat tax è nel contratto di governo”

A difendere la flat tax è poi il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, padre della misura. “La nostra proposta di flat tax familiare è fattibile e ricordo che fa parte del contratto di governo”, ha detto Siri in un’intervista a La Stampa, evidenziando che “avrebbe lo stesso impatto sui conti pubblici che ha avuto il reddito di cittadinanza”. Ma come finanziarla? Per il sottosegretario si potrebbe partire “dai tagli di spesa e con la rimodulazione delle tax expenditures", fino ad arrivare a toccare gli 80 euro del governo di Matteo Renzi: "Non è un tabù, si possono pure toccare purché, e questo è molto importante, il risultato finale sia l'abbattimento complessivo della pressione fiscale”.

Siri: “Mai visto lo studio del Mef”

Il sottosegretario ha inoltre affermato di non aver mai visto l’analisi del Mef. “Se esiste io non l'ho mai visto - ha spiegato Siri - Stiamo parlando di un progetto molto diverso dalla fase 2 della Flat Tax che invece abbiamo in mente noi, ovvero il voler applicare fino a 50 mila euro di reddito, il 15% di aliquota fissa con le deduzioni che sono inversamente proporzionali al reddito".

Tria: “Nessuna stima Mef su riforma specifica”  

A confutare l’esistenza di una stima del Mef sulla flat tax è proprio il ministro dell’Economia Giovanni Tria: “Proposte specifiche non sono arrivate all'analisi del Mef. La flat tax è allo studio da luglio su varie possibili ipotesi, quindi non c'è nulla di nuovo”. Tria, alla presentazione dei risultati 2018 dell'Agenzia delle Entrate, è poi passato a parlare della pressione fiscale sostenendo che “sarà restituita ai cittadini attraverso riforme fiscali che devono aggiustare le aliquote, ma questo si può fare man mano che l'evasione viene ridotta, eliminarla è un po' difficile, e man mano che si rivedono le spese dello Stato”. Sui dati illustrati dall’Agenzia, infine, il ministro si è detto soddisfatto: “Siamo sulla buona strada nel recupero di gettito”.

Castelli: “Insostenibili anche 15 miliardi”

Contraria alla flat tax è la sottosegretaria al Mef, Laura Castelli: “Credo che non si debba continuare a sparare alto con cose irraggiungibili, anche fossero 15 miliardi di riforma dell'Irpef oggi sono insostenibili perciò è necessario riordinare quello che già esiste”.

Lezzi: “Promessa che non si può mantenere”

E di parere opposto a quello di Siri è anche Barbara Lezzi. Il ministro per il Sud, a Radio24, ha ripetuto che “la flat tax costa 60 miliardi di euro e il nostro Paese non se li può permettere, dunque è una promessa che non si può mantenere”. "Vogliamo rivedere le aliquote fiscali ma il principio costituzionale deve rimanere fermo - ha aggiunto - La progressività, a mio avviso, non può essere aggirata. Per la Lega non si tratta di 60 miliardi, per il Mef invece sì, e non credo che il Mef si sbagli”.

Zingaretti: “Sono le teorie di Paperon de Paperoni”

Intanto sulla misura è intervenuto anche Nicola Zingaretti. Il segretario del Pd, a Radio Capital ha sostenuto che “la Flat tax é una bufala senza spazi fiscali per sostenerla, l'hanno subito fatto capire a Salvini. L'insofferenza viene dagli imprenditori del Nord che hanno capito la mutazione genetica della Lega, che per prendere voti in tutta Italia paralizza il Paese”. Per il segretario del Pd "serve la progressività delle imposte, non l'illusione che se i ricchi hanno più soldi spendono di più. Queste sono le teorie di Paperon de Paperoni, non di Paperino e Qui Quo Qua”. "Ci vuole maggiore giustizia fiscale - ha poi aggiunto - non si può partire dalla patrimoniale, lo dico chiaramente, ma una maggiore progressività delle imposte è la base. Nel Lazio dopo 14 anni abbiamo abbassato Irpef e Irap”.