Anche il Garante dei detenuti critica la scelta del ministro di postare un filmato che ripercorre cattura e arrivo in Italia dell’ex terrorista. "Io non l'avrei fatto", commenta Ermini. Censurata anche l’espressione “marcire in galera”, più volte utilizzata da Salvini.
La cattura dell’ex terrorista Cesare Battisti (CHI È) e le dichiarazioni ed esternazioni da parte del ministro dell’Interno Salvini e del ministro della Giustizia Bonafede continuano a creare polemiche. A cominciare dal video postato dal ministro della Giustizia, che ripercorre i momenti della cattura (LA STORIA DELLA CATTURA) e dell'arrivo di Battisti in Italia, comprese le procedure di fotosegnalamento effettuate negli uffici della Questura della Capitale e quelle relative alle impronte digitali (IL DOSSIER LATITANTI). Proprio in relazione al video, la Camera Penale di Roma, l'organizzazione che rappresenta gli avvocati penalisti, annuncia di essere pronta a presentare un esposto. "Pubblicato (il video, ndr) sulla rivista online ministeriale purtroppo si aggiunge a quel riferimento al 'marcire' che il ministro dell'Interno ha più volte espresso in suoi video”, rileva invece Mauro Palma, Garante dei detenuti, confidando che "si provvederà a rimuovere tali video". "Frasi e immagini che puntano ad acquisire consenso attraverso un linguaggio estraneo a quello del Costituente, finiscono per consolidare una cultura di disgregazione sociale”, ha aggiunto.
Le ragioni dell’esposto dei penalisti romani
Per il sindacato dei penalisti romani, presieduto da Cesare Placanica, si tratta di un'iniziativa che potrebbe configurare alcuni reati tra cui quello previsto dall'articolo 114 del codice di procedura che vieta "la pubblicazione dell'immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all'uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica" e quella prevista dall'art 42 bis dell'ordinamento penitenziario che prevede che "nelle traduzioni sono adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità" .
La nota del Garante
"Come Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà - afferma Palma - ho atteso che calasse il clamore attorno all'operazione che ha riportato Battisti alla doverosa realtà dell'esecuzione di quella pena che la giustizia gli ha inflitto per quanto commesso. Un punto di arrivo che avrebbe richiesto un atteggiamento sobrio sul piano istituzionale e su quello della comunicazione. Non è stato così. E poiché alle parole che cercano - in contrasto con la nostra Costituzione - di dare alla pena il significato del 'marcire in carcere', si sono aggiunti i video che dettagliatamente riprendono le varie fasi della traduzione in carcere della persona estradata, ritengo doveroso richiamare quanto affermato dal nostro ordinamento penitenziario, che all'articolo 42-bis comma 4, prescrive che nelle traduzioni siano 'adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità'. L'articolo prosegue prevedendo sanzioni disciplinari per chi non osservi tale disposizione: certamente il legislatore non poteva supporre che fossero i vertici delle Istituzioni a non rispettarla". Il Garante "se da un lato confida - sulla base della più volte affermata volontà del ministro della giustizia del pieno rispetto della dignità di ogni persona - che si provvederà a rimuovere tali video, d'altro canto ritiene suo compito ricordare che epiteti, frasi e immagini che puntano ad acquisire consenso attraverso il ricorso a un linguaggio del tutto estraneo a quello del Costituente, finiscono per consolidare una cultura di disgregazione sociale e di tensione di cui il Paese non ha certamente bisogno".
Il video
Nelle immagini del video, tre minuti e mezzo montati con musica di sottofondo, si vedono in apertura una serie di foto di Battisti ritratto negli anni scorsi, in una mentre brinda con un bicchiere alzato, poi la scena passa a Ciampino con gli agenti di polizia e della penitenziaria che attendevano il Falcon che ha riportato Battisti in Italia e l'arrivo dello stesso Bonafede sul posto. Le immagini ritraggono poi l'arrivo dell'aereo da cui scende Battisti. Il video prosegue con il punto stampa organizzato a Ciampino e il discorso fatto da Bonafede. Poi i riflettori tornano su Battisti, con le auto che lo scortano in questura, dove si vedono poi le fasi del fotosegnalamento e delle impronte digitali. Quindi gli agenti prendono Battisti e lo caricano nuovamente in macchina per portarlo a Pratica di Mare dove lo attende l'aereo che lo porterà in Sardegna. Centinaia di migliaia le visualizzazioni. Numerosissime le critiche, anche da parte del vicepresidente del Csm David Ermini, che ha detto: "Io non l'avrei fatto", mentre i componenti togati di Area al Csm hanno scritto che quanto accaduto "esprime tristemente un'idea primitiva di 'giustizia', indifferente al rispetto della dignità umana".. Bonafede si è difeso in una nota: “Ho semplicemente detto che in Italia nessuno si può sottrarre alla giustizia e se vengono commessi dei reati chi lo ha fatto deve pagare. Senza alcun accanimento sulla persona - ha scritto il Guardasigilli - ma con una precisa rivendicazione del fatto che la giustizia in Italia è un valore fondamentale: chi sbaglia paga”.
Le critiche dell'opposizione
Critiche sono arrivate anche da diversi esponenti politici, specialmente dal Pd. La vicepresidente del Senato Anna Rossomando ha depositato un'interrogazione in cui si chiede se gli stessi agenti penitenziari ripresi nel video non siano ora "esposti a rischi per la loro sicurezza e incolumità". Per Alfredo Bazoli, capogruppo Dem in commissione Giustizia della Camera, "il video riporta al Medioevo". Per l'ex sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, oggi anche lui nelle file del Pd, si è trattato di "una strumentalizzazione grossolana". La deputata Dem Alessia Morani annuncia che presenterà un esposto. Roberto Speranza, coordinatore di Mdp, invita Bonafede a dimettersi.
Critiche anche a Salvini per le frasi pronunciate
Il Garante dei detenuti fa riferimento anche alla frase più volte pronunciata dal vicepremier Matteo Salvini. "L'abbiamo preso. E ora dovrà marcire in galera. Cesare Battisti non è un perseguitato o un semplice scrittore di romanzetti: è un terrorista comunista. Un assassino. Un codardo”, aveva scritto nei giorni scorsi il leader della Lega.