Attentato di Strasburgo, Salvini: "Arresto per chi esulta online"

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Il ministro dell’Interno: la nostra polizia postale "sta setacciando la rete per cercare gli infami che festeggiano la morte di qualcun altro". Dopo l'attacco in Francia "massima attenzione da Nord a Sud per tutti i radicalizzati, terroristi ed estremisti di ritorno"

"L'arresto immediato di chiunque in queste ore sta esultando online". Lo ha evocato da Israele, dove si trova in visita istituzionale, il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, parlando dell'attentato di Strasburgo di ieri notte (GLI AGGIORNAMENTI - FOTO - TESTIMONIANZE). "La nostra polizia postale è all'avanguardia e sta setacciando la rete per cercare gli infami che festeggiano la morte di qualcun altro", ha aggiunto.

Salvini: "Massima attenzione da Nord a Sud"

Salvini ha poi spiegato che "c’è una situazione di massima attenzione da Nord a Sud per tutti i radicalizzati, terroristi e gli estremisti di ritorno". E ha anche sottolineato che "occorre individuare, ricercare, bloccare e arrestare con ogni mezzo: verificare chi entra e chi esce da un Paese. Questo non è un diritto ma un dovere per la difesa del territorio e dei confini".

"Rifletta in Europa chi parla di porte e di porti aperti"

"Noi dobbiamo lavorare ancora e meglio - ha poi aggiunto il ministro dell’Interno all'uscita dalla visita al Santo Sepoclro di Gerusalemme - Grazie a Dio le forze di sicurezza e di intelligence italiane sono fra le migliori al mondo". Salvini ha ricordato di aver parlato di sicurezza ieri con il ministro israeliano Gilad Erdan. "Rinsaldare l'asse con Israele significa avere ancora più sicurezza e siamo in assoluta sintonia", ha osservato. "Rifletta in Europa - ha aggiunto - chi parla di porte e di porti aperti. Casa mia e il mondo sono aperti alle persone perbene, chi porta violenza e distruzione non deve avere nessun tipo di compassione e di ospitalità". Il ministro ha poi detto che l'Italia "è a disposizione delle forze francesi per qualunque scambio di informazioni e di intervento. Le cose però hanno il loro nome e permettetemi di dire che è strano leggere i giornali italiani sui quali qualcuno si stupisce se io chiamo 'terroristi islamici' quelli che sono tali". "Ridiamo il giusto peso alle parole", ha insistito il leader della Lega, "perché se non si identifica l'avversario, non dico 'il nemico' ma 'l'avversario', la partita non si vince. E lo dico uscendo da un luogo di pace e di convivenza. Però - ha concluso - se non ci sono regole certe nessuna pace è possibile".

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