Manovra, governo fermo su 2,4%. Conte: "Riforme già nel 2019"

Politica

“Sarà razionale e coraggiosa” afferma il premier al termine del vertice a Palazzo Chigi. "Confermiamo il 2,4% e si punta a una diminuzione del debito negli anni successivi”, dice Di Maio. E aggiunge: ”Sì a reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero”

Le riforme partiranno dal 2019, ci sarà il reddito di cittadinanza e viene confermato il superamento della legge Fornero. L'asticella del rapporto deficit-Pil resta al 2,4%  (COSA SIGNIFICA) e il governo, su questo, "non arretra di un centimetro" ma "punta a una diminuzione del debito negli anni successivi grazie alla crescita che ci sarà e ai tagli agli sprechi". A tirare le somme al termine del vertice di maggioranza sulla manovra  (LA SCHEDA) è il vicepremier Luigi Di Maio che anticipa anche che altri "dettagli saranno ulteriormente definiti domani mattina" (3 ottobre, ndr) nel corso di un vertice sulla Nota di aggiornamento del Def, documento che contiene le nuove stime di crescita e gli obiettivi di bilancio, che proprio domani dovrebbe essere trasmesso alle Camere.

Riforme già dal 2019

Dopo l'incontro, durato circa due ore, evidentemente non sono ancora stati messi a punto tutti, quei dettagli. Il mantra dal lato della maggioranza è costante e conferma le anticipazioni sulla manovra "che ci avevano indotto a definirla seria razionale e coraggiosa. Confermiamo il programma delle riforme annunciate che partiranno già nel 2019", ha spiegato il presidente del Consiglio in una nota, nella quale ha ribadito l'impegno dell'esecutivo per "accelerare la discesa del rapporto debito/Pil in modo consistente nell'arco del triennio".

"Conterrà ciò che gli italiani chiedono"

"Nessuno – dice Di Maio - deve restare indietro: con i 10 miliardi per il reddito di cittadinanza diamo a tutti la possibilità di ricostruire il proprio futuro. Si tratta di una misura strutturale: grazie alla riforma dei centri per l'impiego, che potenzieremo in linea con le migliori esperienze internazionali per aumentare l'occupazione e permettere a chiunque di potersi riqualificare, migliorando quindi anche la produttività del lavoro. Ci sbarazzeremo poi della legge Fornero, perché tutti hanno diritto ad andare in pensione serenamente e i giovani hanno diritto ad entrare nel mondo del lavoro, rispondendo anche alle esigenze delle imprese". "Stanzieremo - ricorda ancora - 1 miliardo e mezzo di euro per risarcire i risparmiatori truffati dalle banche, un impegno che abbiamo preso sin dai primi giorni di governo e che manterremo".

Campanello di allarme

Il primo ottobre il ministro Tria ha partecipato alla riunione dell'Eurogruppo a Lussemburgo ma poi ha disertato i lavori dell'Ecofin, anticipando il rientro a Roma. Durante l'incontro a Chigi è probabile che il titolare del Mef abbia riferito a Conte e ai colleghi di governo l'esito dei colloqui con i commissari europei che hanno fatto capire chiaramente che i conti italiani rischiano la bocciatura. Questo campanello di allarme ha segnato la giornata di oggi e le tensioni sui titoli di Stato italiani, sullo spread che ha sfondato quota 300 punti non si sono fatte attendere.

Non è mancato quindi lo scontro tra Roma e Bruxelles, in particolare è stato acceso il botta e risposta tra il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Anche per questo a Palazzo Chigi, il premier ha tentato di smorzare i toni per dare all'esterno un'immagine di stabilità in vista della riapertura dei mercati del 3 ottobre. 

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