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Dl Dignità, il M5s contro Tito Boeri. D'Uva: “Si dimetta”

Politica
Tito Boeri (ansa)

Ai vertici pentastellati non sono andate giù le critiche del numero uno dell’Inps sul decreto. Il capogruppo alla Camera D’Uva chiede un passo indietro. Di Maio: “Io non ho il potere di rimuovere questa persona: o scade oppure resta lì”

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Il Movimento 5 stelle chiede le dimissioni del presidente dell’Inps, Tito Boeri. Dopo che la stessa richiesta era arrivata nei giorni scorsi dal vicepremier, Matteo Salvini, per i rilievi fatti dall'economista sul Dl Dignità (COSA PREVEDE), ora è la volta del capogruppo pentastellato alla Camera, Francesco D’Uva: “Boeri è stato votato da qualcuno?”, si chiede. E poi aggiunge: “Le parole usate ieri dal presidente dell'Inps in commissione lavoro tradiscono un atteggiamento politico, non tecnico. Con toni fuori luogo. Un'entrata a gamba tesa che ha contribuito ad una escalation sinceramente inaccettabile, mentre il Parlamento si appresta a discutere un provvedimento atteso da tempo, e pensato per aiutare tutti coloro che hanno sofferto di più questi anni di crisi. Per quanto ci riguarda dovrebbe dimettersi”. Sulla stessa lunghezza d’onda Carla Ruocco che, da presidente della Commissione Finanze, ha giudicato “molto grave l'atteggiamento tenuto ieri da Tito Boeri nel corso dell'audizione sul dl Dignità”. E il ministreo del Lavoro Luigi Di Maio precisa: “Boeri? Io non ho il potere di rimuovere questa persona: o scade oppure resta lì. Quindi noi più che dire come normali cittadini che si dovrebbe dimettere, non possiamo fare altro”.

Di Maio: “C’è un problema di lealtà tra le istituzioni”

Per Di Maio "se un presidente dell'Inps comincia ad insultare non va bene più: c'è un problema di lealtà tra le istituzioni. Per me Boeri se ha delle idee contrarie e ritiene che le mie siano sbagliate ha tutto il diritto di dirlo, ma se dice addirittura che mi sto distaccando dalla crosta terrestre andiamo otre. Se poi si tratta di istituzioni nominate dal precedente governo allora mi viene il sospetto che si stia facendo opposizione al governo". E aggiunge: "Mi ritrovo al vertice di istituzioni vigilate dal ministero persone nominate dal governo Renzi: non è singolare che mi vengano addosso".

D’Uva: Boeri “dovrebbe rimanere fuori dalla contesa politica”

Secondo D’Uva, “per il suo ruolo Tito Boeri dovrebbe rimanere fuori dalla contesa politica, invece di rilanciare previsioni arbitrarie e parziali sugli effetti del Decreto. Proprio ieri, i tecnici del Servizio Bilancio della Camera hanno chiarito che le stime sul calo dell'occupazione non sono dimostrabili. Sono valutazioni politiche, non tecniche, al provvedimento. Ma questo non è il compito per cui Boeri è stato chiamato alla Presidenza dell'Inps. Per quanto ci riguarda dovrebbe dimettersi”, scrive in una nota.

Ruocco: Boeri “sta usando l'istituzione che presiede per fini politici”

D’accordo con il capogruppo anche la Ruocco che, parlando dell’audizione di Boeri, ricorda come “il presidente dell'Inps era stato convocato per delucidazioni tecniche, ma ha preferito prendersi la scena con dichiarazioni derisorie nei confronti del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, a cui va tutto il mio sostegno”. Per la presidente della Commissione Finanze “l'unico fuori dal mondo sembra essere proprio Boeri, che sta usando l'istituzione tecnica che presiede per fini spudoratamente politici. Non è una novità, dato che in altre occasioni è intervenuto a gamba tesa su questioni che non gli competevano, ma ieri Boeri si è superato, lasciando presagire una futura carriera politica, magari a sinistra, dove in molti sembrano desiderosi di accoglierlo, a partire dai deputati della commissione Finanze che pendevano dalle sue labbra”.