La Commissione Giustizia del Senato comincia i lavori: 5 i disegni di legge depositati, di cui uno di iniziativa popolare. Ministro Bonafede: no a liberalizzazione armi. Salvini chiarisce: non vogliamo armare chiunque
È iniziato ufficialmente oggi, 18 luglio, in Commissione Giustizia al Senato l'iter per modificare la normativa sulla legittima difesa, tema destinato a suscitare dibattiti e polemiche. Al momento ci sono 5 disegni di legge depositati a Palazzo Madama: uno della Lega, due di Forza Italia, uno di Fratelli d'Italia, uno di iniziativa popolare. E si attende qualcosa anche dal M5s che oggi ha precisato come sia "necessaria un'analisi approfondita delle norme esistenti". La presenza di un disegno di legge di iniziativa popolare impone come vincolo di regolamento il dover essere incardinato "entro e non oltre un mese" dall'assegnazione. Dunque, la commissione ha dato il via ai lavori per decidere se adottare un testo base tra quelli presentati oppure procedere alla stesura di un testo unico. Intanto, durante il question time, sono arrivate anche le parole di Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia ed esponente del M5s, e quelle di Matteo Salvini, ministro dell'Interno e leader della Lega: "È una questione che riguarda la giustizia, non ci sarà nessuna liberalizzazione delle armi", ha detto Bonafede. "Sono in piena sintonia con lui", ha risposto Salvini.
Cosa chiedono i testi?
Il testo di iniziativa popolare, quello di FdI e uno di quelli di FI, chiedono di modificare l'artico 52 del codice penale introducendo modifiche e integrazioni alla possibilità di difesa da aggressioni violente. Gli altri due intervengono anche sull'articolo 55 che riguarda l'esclusione della punibilità per eccesso colposo, nonché sulla parte del codice penale che riguarda il furto in abitazione e il furto con strappo. Quello della Lega, in particolare, punta a inasprire le pene e a riconoscere la difesa sempre come legittima eliminando il principio di proporzionalità tra offesa e difesa richiesto ora dall'art. 52 del codice penale. L'esame in commissione dovrà essere concluso entro tre mesi, quindi a metà ottobre. Trascorso questo tempo sarà iscritto d'ufficio all'Assemblea anche se non concluso.
Il controllo delle armi e il presunto "patto" politico
Accanto alla legittima difesa c'è il recepimento della direttiva Ue sul controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi, balzato in primo piano dopo che Repubblica ha rivelato l'esistenza di un documento sottoscritto dal Salvini a febbraio, in campagna elettorale, in cui si impegna a tutelare le vittime di reati e a coinvolgere i produttori di armi civili quando si discute dei loro interessi. Conarmi e Anpam, sigle dei produttori di armi per uso sportivo o venatorio, sono state sentite in merito dalle commissioni Affari costituzionali e Politiche Ue della Camera. “Siamo stati avvicinati da tutti i partiti, come avvenuto sempre", ma "le 110 aziende che rappresento non hanno mai firmato niente. Quanto a contributi, stante la situazione economica, non avevamo neanche i fondi per pagare un caffè”, ha detto il presidente Conarmi.
Bonafede: no liberalizzazione armi. Salvini: in sintonia con lui
Nel corso della giornata, intanto, sono arrivate anche le dichiarazioni di Alfonso Bonafede e Matteo Salvini: "In alcun modo la realizzazione dell'obiettivo riformatore, per come concepito dalla maggioranza, potrà portare alla liberalizzazione delle armi in Italia, la detenzione ed il porto delle quali risultano disciplinate da disposizioni normative rigorose sulle quali il Governo non avverte alcuna esigenze di intervenire, trattandosi di leggi che rappresentano, per altro, strumenti irrinunciabili nella lotta alla criminalità", ha detto il ministro della Giustizia. "Sono in perfetta sintonia con il ministro Bonafede e, anzi, sostengo la sua battaglia, che è una battaglia storica della Lega di far scontare la pena nei loro paesi ai detenuti stranieri", ha precisato poi Salvini, rispondendo sui presunti contrasti. "Sono contento che la legge abbia iniziato il suo iter, che non c'entra alcunché con la voglia di armare chiunque ma il diritto di legittima difesa all'interno della propria casa. Il modello americano è l'ultimo che ho in testa", ha concluso. Un pensiero confermato in precedenza dal sottosegretario agli Interni e primo firmatario della proposta di legge presentata dalla Lega, Nicola Molteni: "Nessuno vuole assolutamente liberalizzare le armi. Nessuno vuole il Far West o la giustizia fai da te".